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Libro Duodecimo. | 343 |
Frà quali il Clesio (tanto stimando esser suo debito) oltre gli soliti aiuti, che come Prencipe dell’Imperio diede all’Imperatore, seco in guerra à proprio soldo condusse ducento Cavalli, benissimo, con varie foggie d’armi guerniti, mantenendogli sempre, fino à guerra finita con la propria borsa; non potrà forsi ad alcuno parere cosa credibile, che questo Prencipe spesase tanto numero d’huomini valorosi, e sostenesse eccessive spese, e pur oltre questo manteneva nel Fiume Danubio una ben grossa barcha oneraria dentro à piano alveo fabricata, è piena di diverse cose de viveri. Questa per il corso del Fiume faceva tanta navigatione di giorno in giorno partendosi per la guerra, quanto viaggio facevano gli Cavalli per terra.
[Che il Trentino siasi esposto a molti pericoli per la fede.] In questa santissima speditione contra gli nemici di Christo sopportò con animo si lieto gli inauditi disaggi, e parimenti, quanto mai facesse altra cosa di suo proprio gusto. Dal gran calore, e zello del Divin culto spento, era sempre pronto per esporsi à qual si voglia manifesto pericolo, non haveva alcun riguardo alla sua età, che già piegava alla vecchiezza, non curava la propria sanità, spregiava qual si voglia dubbioso incontro: [Che il Trentino habbi molto operato per la Christiana Republica.] e accadendo dover combattere, non temeva penetrar per mezzo delle squadre nemiche, per diffendere in tal guisa coraggiosamente la causa della fede Christiana, & l’honor del nostro vero Salvatore, ò per l’stesso Dio, e Prencipe suoi naturali, con mille ferite procacciarsi gloriosa la morte.
Sarebbe (diceva infamia) che esso il quale più volte in altre occorenze haveva abbracciate, e ridotte à desiato fine più espeditioni, piene d’innumerabili pericoli, contra l’Austria, e altre Provincie, hora richiedendo Ferdinando il suo aiuto, & opera se ne stasse frà gli aggi di casa neghitoso osservando da lungi sicuro le communi rovine, mentre la Città di Dio attorniata, stà per esser assorta dalla rabbia di quel fiero nemico, con implorar aiuti da quelli specialmente, che nel proprio grembo haveva nodricato.
Per questo giudicò suo obligo, in tanto di lei estremo bisogno, rendere con ogni prontezza, costanza, ed impiego di forze, quanto era tenuto, massime, mentre quasi esangue da tutte le parti era combatuta, e ridotta à segno, che di già si scorgeva quasi sobissata nel più profondo de pericoli: perloche se non s’havesse combatutto con ogni valore, e coraggio, pareva naturalmente non potersi più sostenere.
Nostro Signore mai l’abbandonò, ne mai l’abbandonarà per-