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10 | Delle Croniche di Trento |
nere gli spiegorno il modo, gli scopersero il consulto da loro ordito, assegnorno il giorno nel quale il Re doveva condursi alla Città. Cuniperto compreso il tenore di queste parole, non potè contenersi di non piangere con essi loro amaramente, trafigendogli l’universal calamità le viscere, e doppo haver ricevuti cortesemente li due fratelli, gli promise, che non sarebbe stato per mancargli, purche essi si mostrassero constanti, & fedeli. Gli lodò, d’haver eglino havuto a cuore la sua persona, e d’essersi fidati nella di lui clemenza, poscia gli licentiò. Seguì ogni cosa conforme [Cuniperto rimesso nel Regno.] l’appontamento. Entrò nella Città Reggia Cuniperto. Fù incontrato da ogni sesso, e da ogni stato di persone, huomini e donne, vecchi, e giovani, grandi e piccoli, tutti con esso seco si congratulavano, e disfacendosi in lagrime, per soverchia allegrezza riceverono festeggianti il loro proprio Re, restituito alla Corona, qual nel modo à lui lecito, in tanta frequenza abbraciava, e bacciava ciascuno, con somma mansuetudine, & piacevolezza. [Alachio fugato dal Regno.] Recuperato il Regno in questo modo da Cuniperto, Alachio subito ne hebbe aviso, che sbigotito di tal impensato accidente alzò le mani al Cielo in atto di dimandar vendetta, pregando gli Dei di giustitia non lasciassero impuniti li enormi tradimenti, chiamava Aldone, e Grausone traditori dell’uno, e l’altro Re, amatori di novità, e che prima havendo conspirato in Cuniperto, poi con animo fraudolente promettendoli la testa di quello havessero lui stesso tradito, levandogli (mentre assente si ritrovava dalla Città) il Regno, in luogo di mantenergli la promessa; l’introdure il capo con il rimanente del corpo adobbato de Reggij ornamenti, rimettere l’aversario alla pristina dignità, constituirlo nel Trono Reale, dargli il maneggio (non e presentarmi diceva egli) la di lui testia spiccata dal busto, non è offerirmi un teschio essangue e ben si un consignarmi in mano del mio inimico. Voleva dire più, voleva moltiplicare i lamenti, ma non potè abbatuto da una fortissima passione d’animo, opresso dal dolore. Onde tutto acceso d’ira, infiammato dalla colera, tutto sputante sdegno e furore pensò ritirarsi nell’Austria.
[Vicentini vinti in battaglia.] Gli Vicentini uscirono per incontrarlo, & à forza d’armi scacciarlo non solo dalla Città, ma dal loro Territorio ancora. Fecero con Alachio (giornata) ma gli superò in battaglia, e lasciate loro le capitulationi di pace, indi partisi vincitore, & invadendo con [Treviso preso.] empito gagliardo li Trivisani gli soggiogò, e sforzandogli ad unirsi seco in lega si partì alla volta del Friolo. Gli era stato riferito, e