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Libro Duodecimo. 341

amicitie. Accolse poi, e ricevè ciascuno con tanto affetto, dimostratione, ed allegrezza d’animo, che non meno fù stimata piacevole, benigna, & amabile natura del Prencipe, che ciò, che haveva nelle mense in grande abbondanza somministrato il danaro. [Il Trentino à tutti gratissimo.] In questo convitto fece costare, chi era il Clesio, l’unico amato, desiderato, è caro alli Germani, Boemi, Ongari, Dalmatini, Crovati, Austriaci, Italiani, e à tutte le persone di qual si voglia grado, ò conditione si fossero.

[Il Trentino amato da ogn'uno] L’istessi Lutherani, quali (essendo ciò suo particolar instituto) sempre in ogni Imperial Dieta con publichi, & aspri raggionamenti contrastava, oppugnava, incessabilmente perseguitava, lo riverivano ad ogni modo, & bramavano la di lui conversatione; si che si vedeva chiaro esser non solo da chi esso amava, ma non sò con qual, dirò divino favore, da quelli parimente, che haveva in odio, amato.

Fù in lui, ò mirabil cosa! (e senza qualche sospetto d’adulatione quasi non si può ne dire, ne scrivere) che essendo tanto diversi gli costumi, è genij delli huomini, onde alcuni desiderosi di dottrina, desiderano il sol piacere dell’anima, altri seguono solamente gli gusti sensuali, altri non si dilettano, che nelli militari essercitij, & altri variamente, conforme il lor diverso affetto, gustano d’altre cose diverse; il Clesio in tanti negotij occupato, conversando famigliarmente (come accade) con nationi diverse, stando quasi di continuo, è praticando nel mezzo delle Corti de gran Prencipi, ove le mormorationi odij, & invidie han il predominio, & l’orecchie di ogn’uno facili, & aperte, havendo non pochi per gli interessi del Re contrastati, molti (conforme il suo costume) accerbamente ripresi, senza perdonarla fuori dell’ordinario ad alcuno, ad’ogni modo in tanta moltiplicità, è varietà de negotij non si provocasse l’inimicitia d’alcuno. Che anzi (e par cosa incredibile) particolarmente in questi tempi, che secolo si può dire sterile di virtù, da ogn’uno sempre più era amato, stimato, e riverito, di modo che bisogna conchiudere mai esser stato posseduta da alcuno natura più facile, è che più s’accomodasse alli costumi d’ogn’uno. [Amorevoli, e benigni costumi del Trentino.] Non si scorgeva in lui segno di doppiezza, si mostrava à tutti libero, ciascuno gli poteva penetrar il cuore, lodava, ò biasimava, conforme meglio gli pareva. Non si sentì mai, che appresso gli Re infiamasse con secrete imposture alcuno, che non lo sapesse, spiegava (occorendo) l’animo suo apertamente: Manco lodò giamai in publico chi si fosse per poter, come altri fa-