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Libro Duodecimo. 331

Germania, presa licenza dal Pontefice, ed Imperatore havendo prima passati gli dovuti officij di rendimento di gratie, ritornò alla Patria, per poter in tempo debito, dovendo il sudetto Imperatore passare per l’Alpi, e Monti Trentini incontrarlo, è dichiarargli quanto il suo potere havesse comportato, la di lui servitù; il che molto avanti previdde esser suo debito.

[L'Italia pacificata.] Parve in quel tempo fosse l’Italia restituita in pace. [La Città di Firenze.] Fiorenza, sola, di tante, come esclusa dalla lega, travagliava, & assediata, era di già ridotta alle strette.

[L’Imperator Carlo gionge in Mantova.] Cesare conseguito l’Imperial scettro, è Corona, vene à Mantova, ove fù da Federico Gonzaga, primo Duca della propria Città, conforme le di lui immense ricchezze, con ogni Imperial grandezza, albergato, & spesato nel proprio Palazzo. Poco poi drizzò il viaggio verso l’Alpi.

Havuto il Clesio aviso, che già avicinavasi à suoi confini l’Imperatore. Andò con tutta la nobiltà ad incontrarlo, ove con humile si, ma piena d’affetto, & allegrezza, oratione, che se ben in parole non era espressiva, ne poteva spiegare quanto havrebbe voluto, testificante però l’allegrezza del suo animo, accolse l’Imperatore, che veniva, e lo menò fino alla Città con applauso, e festa di tutti gli ordini, che lo seguirono.

[L’Imperatore ricevuto dal Trentino Castello.] Si fermò in Trento otto giorni, nel qual mentre in appartamenti, quanto gli fù possibile magnifici, e sontuosamente fabricati con lieto, è liberal animo lo servì, honorò, riverì, & spesò. Stimò per la venuta, & albergo d’un tanto grand’hospite, e Monarca rendersi immortale. Spese con cuore aperto quanto haveva in servitio suo. Non si reservò cosa alcuna, fece constare, che più non haveva forze, nervo, ne sangue: di modo che in questo principalmente, come in molte altre occorrenze si fece conoscere à Cesare. Ma essendo in Germania molti importantissimi negotij da spedire, quali anco toccavano la dignità publica, si pose Cesare in viaggio à quella volta, seguendo il Clesio, che molto grato gli era.

Fù di ciò avisato Ferdinando, qual poco avanti da Praga, primaria Città della Boemia, transferito a Linzz, d’indi servendosi de Cavalli nollezzini, accorse in freta ad incontrare il fratello, è benche per la difficultà, ed asperità delle strade, remesso il veloce corso de Cavalli, alle volte ralentasse il Camino, continuò però, giorno, e note il viaggio, è mutati per maggior prestezza le cavalcature, apparse à Cesare in tempo, venticinque miglia di qua d’