Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
322 | Delle Croniche di Trento |
genza, acciò conseguisce quello, che tanto gl’importava. Mentre con grandi contese parlamentavano questo interesse gli Boemi, senza esser richiesti, piegarono à favor di Ferdinando, l’elessero di propria auttorità loro Re, il che riuscì à Ferdinando di sommo gusto, che, ò per industria del Trentino, ò per opera d’altre buone persone, ò per qualche indulgenza di fortuna, tanto favore, si felicemente gli fosse succeduto, nel conseguir del quale dubbitava facesse di mestieri l’impiego di maggior fatiche.
Perloche chiamato per dritto sentiero si condusse à Praga, già (come vogliono alcuni) detta Casurgi, Città metropolitana di Boemia l’anno 1527. gli 29. Genaro.
[Ferdinando vien coronato Re di Boemia.] Tutti gli Prencipi di quel Regno, havendo intesa la sua venuta, gli uscirono incontro, e fù ricevuto nella Città con popular applauso, gli 24. Febraro fù unto dal Trentino, e Vescovi d’Vratislavia è Bruna, poi impostogli la Corona gli cinsero di quella il capo. Nacque però fra Principi, chiamati Baroni contesa, à quali maggiormente s’appartenesse, in si gran festa portar le reali insegne, non passò molto, che si quietarono quei tumulti, & restarono gli animi tutti placati.
[Anna incoronatasi Regina di Boemia.] Il giorno seguente parimente gli sudetti Vescovi, con buon augurio, unsero Anna, moglie di Ferdinando, ornandogli le tempie della regia Corona.
Cotali cose, con più prospera fortuna, di quello si credeva, terminate: il Clesio non scorgendo transcurata cosa, che potesse desiderarsi alla grandezza, e decoro della Casa d’Austria, da molti pericoli, à quali s’espose, per servitio del Re, fece per strade difficili, ritornò alla patria. [Quelli di Moravia giurano fedeltà al Re.] Il Re andò à Bruna, Città della Moravia: è la Moravia, Marchesato sottoposto al Regno di Boemia, ove assieme quei popoli giurarono à lui, & alla Regina fedeltà.
Indi ritornò à Viena, metropoli dell’Austria. In questo luogo parmi bene far alquanto di digessione, è brevemente narrare la fortuna, e sorte, per mezzo della quale si servì questo Re, nel recuperar quanto d’haveva perso del Regno di Ongaria. Mentre si preparava per scacciare d’Ongaria gli presidij del Turco, per impossessarsi parimente di quel Regno, che per le medeme raggioni, se gli conveniva. [Giovanni Sceptisiense Vaivoda Re delli Ongari.] Alcuni Palatini, primarij di quel Regno, prendendosi soverchia auttorità, elessero temeriamente in loro Re, il Sceptisiense, chiamato Vaivoda. Ciò inteso da Ferdinando, che contra le sue raggioni, e parti de suoi maggiori havessero in suo pregiditio, tentato un tal negotio, non la poteva portar il