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Libro Duodecimo. 321

pensiero far di là ritorno alla patria, ma in passando il Ponte venerongli incontro infausti Ambasciatori, qualli riferirono, [Lodovico Re d'Ongaria resta morto nel conflitto.] il Re, venuto à giornata col Turco, di già entrato ne confini del Regno, infelice, e sgratiatamente haver nel luogo, in lor lingua detto Emoarzo gli 28. Agosto valorosamente combatutto, è mentre il medemo in bataglia rassembrava Marte, esser restato dalla moltitudine oppresso, è morto. Molti altri Prencipi, è Vescovi, che frà il mezzo de nemici s’erano combattendo mischiati, haver lasciata parimente con lor somma gloria la vita; Che rotto, e sbandato tutto l’Esercito Ongaro, havevano per assalto presa Buda, metropoli del Regno, chiamata Curtalia, è Pesto, & molti altri Castelli abbruggiati: [Strage de’ Ongheri.] Che havevano mal tratatti gli habitanti, de quali alcuni crudelmente uccisi, gli altri miseramente havevano condotti schiavi in catene: in somma il tutto esser stato messo à ferro, e fuoco. Soggiunsero che la vittori però costò à nemici non poco sangue.

A questi avisi restò Ferdinando tutto commosso, e batutto, se gli congelò il sangue nelle vene, non sapea à qual deliberatione si dovesse appigliare, si consigliò col Trentino, lo suase questo fedelmente, che incontanente si transferisce in Austria.

Se ne ritornò incontanente à Viena, seguitandolo sempre (ancorche havesse stabilito andar alla Patria) in quei lunghi viaggi il Clesio, giudicando più espediente anteporre il ben publico al privato.

Spiato il Sultano l’arrivo di quel valoroso Prencipe Christiano, temendo da lui qualche danno, molto ben presidiato, e munito il Regno, si ritirò con l’Esercito.

Ferdinando pianta, e con lacrime honestata quella crudell’e considerabil stragge de Christiani, sapendo benissimo che il Regno di Boemia se gli conveniva per raggione della moglie, giudicò non haverci à perder tempo, ma con ogni sapere, è forza doversi adoprare per entrare in possesso di vacante Trono, à cui, secondo ogni giustitia doveva succedere, massime essendo venuto in certezza, che Federico, e Massimigliano Imperatori, suoi antenati, havevano per diverse differenze havuti varij trattati, con gli Re d’Ongaria, de loro Regni, e finalmente convenuto, è conchiuso, che il Regno di Boemia, qual altri collocano nella Germania, chiaramente s’apparteneva per ogni raggione alli Austriaci.

Per queste cause diede principio ad agitar, e trattare con ogni dili-