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314 Delle Croniche di Trento

sta gli licentiò, si che più tosto gli liberò dalla paura, che dall’infamia.

Tale fù in questi tempi il tumulto nel distretto Trentino; & la guerra de Contadini sortì un tal fine. Ci compatirà il Lettore della brevità, habbiamo di molte cose raccolte queste poche, & poste alla memoria de posteri, non è dubbio alcuno, che haveressimo potuto dir molto di più, n’habbiamo molte per degni rispetti, passato in silentio, mai ci ha piacciuto prolisse Historie. Il nostro natural genio sempre si dilettò della brevità. Dirò bene, che la Chiesa Trentina pati assai minor danno, ed incommodo della Germania.

Furon in quella prese molte Città Ecclesiastiche; de quali molte, uccisi gli lor Vescovi, ò deposti furon spianate, ò abbruggiate. Perloche gli Trentini rendino pure gratie al loro Vescovo, se in Città libera, & esente Republica vivon liberi; Esso con la sua prudenza ruppe la temerità, & il mal nato ardire de Contadini: conservò la Città dalli incendij illesa, con la sua prudenza operò, che gli Villani habitanti nel Territorio Trentino, unite le forze con quelli della Germania, quali abbandonati gli arratri tumultuosi strepitavano, non passassero numerosi, armati, & arrabbiati in Italia; qual di già havevan posta in confusione, e paura, è, come havevan determinato, e conchiuso: violentemente non entrassero, è fracassassero quanto di buono in quella si trovava, si che infetti molti Christiani Catolici, restassero destrutti, ò almeno profanati i Tempij, ed Altari.


Il Fine dell’Undecimo Libro.