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308 Delle Croniche di Trento

giorno gli Nonesi, e Solandri, nel Castel Revò, deposero, secondo gli fù imposto, l’armi, e furon constretti à nuovi giuramenti.

Alcuni fatti prigioni, ne condussero à Trento. Altri temendo quanto gli soprastava per esser stati auttori di tumulti, è sollevationi di quei popoli, che presero l’armi contro il proprio Pastore, e Chiesa di San Vigilio, bel bello se la colsero fuori de confini.

Fornita la carica, ridutti gli Nonesi, & altre genti, sottoposte al nome Trentino, già ribellati, alla pristina obedienza, in somma condotti tutti gli negotij, che più gli premevano felicemente à desiato fine, ritornarono alla Città. Poco poi Tomaso Franspergo si partì alla volta di Bolgiano.

La gente Italiana, che si portò con somma sua gloria, e valore, già resa sicura la Città, ottenuta licenza, e salvo condotto, fece ritorno in Italia.

Soli cinquecento pedoni, che furon sotto la condotta del Britempoch ritene, per terrore d’alcuni residui delli passati tumulti, quali non parevan ancora ben sedati: quietato il Trentino, ed estinto l’incendio, di cui avampava quel distretto, rese gratie à Dio, è à San Vigilio, padrone della Città. Commandò poscia fosse conosciuta, e ventilatta la causa di quelli, che eran arrestati, & posti prigioni: fù commessa la cognitione al Castel’Alto, & ad altri di quelli medemi Capitani, che poco avanti condanarono gli capi de congiurati, con ordine, che facessero quello, che fosse stato meglio, conforme la giustitia, e ben publico.

Questi subito chiamaron in tribunale quelli meschini, venuti in chiara cognitione delle lor sceleragini: scorsero non potersi trovare convenevoli castighi, over pena, in riguardo à suoi misfatti; il tutto riusciva in misericordia de loro, in crudeltà non potevano peccare, superava l’enormità de loro falli ogni ingegno, qualsivoglia cruciato reputavasi manchevole, l’esser dilacerati, sbranati, arostiti, abbrugiati, non eran martori condegni, meritando esser tormentati dalli medemi spiriti infernali. Havevano commesso delitto di lesa Maestà, in persona di Prencipe tanto benigno, minacciate le medeme Chiese, primieramente quella di S. Vigilio: non puote però soffrire la clemenza di quel buon Prelato, che fossero, conforme il lor demerito puniti. Commandò si procedesse con ogni misericordia, mentre non si havesse distrutta la giustitia.

Perilche quelli, che havevano più gravemente mancato, è delinquito, furon sententiati ad esser decapitati, quelli che non havevano con tanta enormità pecato riceverono castighi più dolci.