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Delle Croniche di Trento |
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glia lo vinse in campo, rimase superiore, uccisa, e rovinata
grandissima copia dell’Esercito nemico, per la qualvittoria montò
in tant’alteriggia e prosuntione, che ardì ribellarsi a Bertarito
suo re. [Bertharito Re de Longobardi]
Era questo Bertarito à quel tempo Re de Longobardi,
huomo giusto, pio, & zelantissimo della Catholica fede, hebbe
egli un figliolo chiamato Cuniperto di Rhodelinda sua moglie.
Obediva à quel tempo il Trentino, & tutti gli luoghi verso l’Italia
all’Imperio de Longobardi, havendo steso il lor Regno dall’Istria fino à Reggio Giulio, Città nell’Abruzzo, & confine del lor
Impero, superati tutti gli popoli habitanti fra li due Mari di qua
dalle Alpi. [Termini del Regno de Longobardi.]
E traditione che Autharo con poderoso e forte Esercito si conducesse à Benevento, ove posto freno à quelli che gli facevano
resistenza prese à forza la Città di Reggio, vicina à Sicilia entrò, spronato il Cavallo nel Mare, fin dove era alzata una Colona non longi dal litto, percosse quella con la lancia, aggiungendo
queste parole, fin qui hò steso il Regno de Longobardi, d’indi in poi (come vien detto) fù chiamata la Colona d’Autharo.
Alachio Duca di Trento non volendo essere colto dal tempo, havendo
ribellato da Longobardi fortificò il Castello di Trento contra gl’impeti che far potessero gl’inimici. [Bertharito assedia Trento.] Venuta all’orecchie di
Bertharito Re de Longobardi, tal ribellione d’Alachio, vene subito con grosso Esercito, & assediò la Città. Alachio vedendo la sua Città assediata, con animo intrepido, non tralignando dalla sua intrepidezza naturale, uscito con gli suoi alla sprovista per liberare la Città, assaliti gli squadroni del Re gli conculcò, & messe l’istesso Re in fuga. [Alachio mette in fuga i Longobardi.] Sentendo con lor grave cordoglio gli Longobardi la rotta datagli dalli Trentini con tanto danno, e vergogna per l’infedeltà del Duca di Trento, riempivano li contorni, ferivano l’aria
con rabiose strida, si vintavano di voler abbassare l’orgoglio d’Alachio, giuravano, che haverebbero spianato la Città di Trento, Terra barbara, spelunca d’un huomo temerario, hospitio d’un Tirano, risoluti tutti per decoro del loro Regno andar à simile impresa.
Inanimati in simil guisa gli Longobardi, fatto i maggiori preparamenti, adunato più copioso Esercito, si condussero all’inimico.
Vide l’astuto Duca di Trento non poter resistere à tal forza, tentò
ogni mezzo, & via acciò il negotio non andasse più oltre & gli Longobardi si quietassero. Cominciò à lusingare molti suoi stretti
ma passati amici, massime Cuniperto figliuolo del Re, qual sino dalle fascie gli era stato compagno di camera. Fece tanto finalmente, che di nuovo ricuperò la gratia del Re. Temendo il