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300 Delle Croniche di Trento

perdessero la propria. Presero quelli dalla vergogna qualche corraggio, si fecero animo, ed accettarono la battaglia.

Lanciavano da tutte le parti armi, contra il Spagnolo, tutti s’affaticavano d’opprimerlo, e respingerlo frà le Mura, ma quello constante, non rimosse pur un piede il passo, anzi con ostinato animo, sempre s’avanzava, sino ad essersi impadronito del campo.

All’hora gli soldati, quali medemo haveva con grave raggionamento rincorati al publico decoro, alzate le grida, tutti assieme pronti, e coraggiosi guerregiavano contra la malvaggia turba, misero in fuga quello nell’arte militare imperito volgo, & scaricando da Moschetti, & Archibuggi le balle di piombo nella ristretta turba di lontano, gli precipitano, à guisa di fiere selvatiche d’alte, e strabochevoli cime de sassi. Doppò haver quel giorno combatutto prospera, & felicemente, lieti se ne ritornarono nella Città.

[Girardo Conte d'Arco. Lodovico Lodrone. Francesco Castel'Alto.] Non furono nelle medeme contingenze di fortuna, e bravura inferiori Girardo Conte d’Arco, Lodovico Conte di Lodrone, è Francesco Castel’Alto, Capitani, che non conoscevano nell’arte militare superiori: Havevano gli Villani volsuto parimente attacare la Città, dalla parte, ove essi havevano gli suoi quartieri, per dove il Fiume Adice scorre le Mura della Città. Et di già havevano per la lor moltitudine occupate le bocche delle rupi, per quali s’ha stretto additto alla Città, chiamano questo luogo volgarmente bus di Vella, cui in questo luogo si angusta, è stretta entrata perentro gli monti interrotti, e stacati, che à pena può un sol Carro per quella passare: [Strage de Villani.] Quindi gli sodetti Capitani, arrabbiati della tanta temerità de Montanari, non potendola in alcun modo portar in pace, col fiore de soldati, fatta sortita, assalirono quella insolente moltitudine nel luogo detto la Scala (cosi vien detta quella strada, per essere precipitosa, sasossa rovinossa, è pendente, per cui si discende alla Città, di là dalla ripa del Fiume) gli disfecero e metendoli in fuga nel primo assalto, è sparsi per quei luoghi alpestri, ed inacessibili gli perseguitavano, quali uccidevano, & quali spingevano e precipitavano nel fondo del Torrente, che furibondo e spumoso scorre alle radici de Monti: si rese più gloriosa quella vittoria, havendo il Prencipe alle fenestre del Castello spettatore, testimonio, è giudice del lor valore, e virtù.

Si feniva in quel giorno la guerra, in quella battaglia davan gli Contadini l’ultimo, & inreparabil crollo, è quanti Villani si ritrovavano di là dal Fiume andavano tutti à fil di spada, se gli Capita-