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296 | Delle Croniche di Trento |
Andavano avanti coloro, che teneano la carica di condure l’Esercito, seguivano chi havevano incombenza di tener in ordine, & indrizzare la retroguardia, caminavan guarniti di diverse armi, altri portavano archobugi, scaricavano da quelli, mediante la polvere solfurea, piccole balle di ferro, oscuravano col fumo, e fuoco il Cielo.
Percuotevano con strepitosi rumori come, che fussero stati tuoni le Valli, altri portavano le piche, altri si valevano di spiedi, chi di manare eran armati. [I Villani impiega le forze contro la Città.] Riusciva cosa degna d’esser vista con quanta diligenza procurassero, & si somministrassero gli viveri, & combatendo ciascuno à proprie spese, col proprio danaro, volsero, che ogn’uno seco portasse tanto cibo, quanto giudicavano esser necessario per suo sostenimento stando in guerra.
Dunque da un lato pendeva il carniero di pane, dall’altro il fiasco di legno, fatto à torno. Con tali armi, & arnesi impediti, & alquanto ritardati si portavano avanti hor à due, hor à cinque, & hor à schiere, non servavano nell’andar il passo militare, ma con dissoluto camino, trasportati per quei sassi, passavano fretolosi verso la Città. Et acciò niuno si potesse scusare di non haver seguito il consiglio, & il punto di quella si heroica speditione, se à caso alcun di loro fosse andato à vedere figlioli, parenti, ò (il che è più verisimile,) ritiratosi all’hosteria, fù commandato che il Cornetta suonasse la marchiata, questo incontinente diede il fiato ad un corno di Bue, è da una ben alta rupe, con rauco, ma strepitoso suono, chiamava dalle valli lontane la rozza, è silvestre gioventù alla morte.
Essendosi le scomposte truppe de Villani di già avicinate alla Città, occuparono le Case, che soprastano alle Mura della Città. [I Contadini assediano la Città.] S’accamparono à Cognola, è Strada, Ville situate ne scogli sopra Trento: ivi con inauditi strepiti de Tamburi, gridi delle turbe, si provocavano contra gli Cittadini. Non tantosto gli Trentini intesero l’arivo del nemico, che gli Villani levarono alla Città non solo le cose utile, ma anco tutte le necessarie. Altri divertivano altrove l’acque, che cadevano dalli Monti, che al Castello erano incaminate. Altri eran intenti à chiudere il rivo detto la Roza grande, che dal torrente, chiamato Fersina, scorre à commun bisogno per le Mura nella Città; è per maggiormente stringere, e travagliare gli assediati mandarono, chi in un baleno sollicitassero gli Lavisani, & altri della giurisditione di Chinispergh; complici della congiura; Chiamarono parimente molti Nonesi, e So-