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Libro Undecimo. 291

to pericolo giacessero gli affari, & interessi de poveri Villani, quanto volessero starsene ostinati, & non giudicassero necessario il prender l’armi, contra l’insoportabil giogo de padroni, e Cittadini; però considerassero con qual animo havrebbon gli Signori guardati gli Contadini, ogni qual volta gli fossero cadute in memoria le passate ingiurie, da noi à quelli, e à suoi maggiori, benche con ogni raggione fategli. Sijno constanti, è forti, si portino da valorosi per assicurarsi da si imminente pericolo di morte, & per liberarsi da quella si vituperosa, è già tanti anni ingiustamente sostenuta servitù, che non volendo giornalmente esser tirati à forza per gli Tribunali, facessero ogni sforzo, acciò sturbati, e rimossi gli più potenti, finalmente si facessero le Città soggette à Contadini. E di già tempo (dicevano) si provedi alla commun salute, habbiamo pacientato tanto che basta.

Sono non per ambitione di gloria, ò desiderio di fama spinti gli Contadini à battagliare con Nobili, ma dalla stessa necessità, à cui, la legge ed ogni altra cosa soggiace: Di già con la morte d’alcuni habbiam contro quelli dichiarato il nostro quasi connaturale, e antico odio. Devesi una volta bandir da nostri cuori la codardia, se però più non aggradiste il servire, che il commandare, gli Regni non puon stare con animi codardi, e vili, e primo principio politico.

Sù alle arme, mostrate segni della vostra virtù, imparate, e fatte una volta vedere essere cosa più gloriosa il maneggiar l’armi, che Restelli, complire più fruginite le spade à rovina de Cittadini, che il porre le falci frà le biade: di che temette? [Esortatione delli Contadini contra li Prencipi.] Gli nobili tremano di spavento, non han cuore d’incontrarci, la sola fama del nostro valore gli han fatti rinserrare in oscure, e cavernose tane.

Quando poi temerariamente, volessero uscire nel primo assalto gli habbiamo tutti disfatti, rovinati gli muri, & presa la Città, piacesse pur à Dio si risolvessero venirci incontro, la guerra sarebbe in un baleno finita; impadroniti poi, che saremo de Castelli, Roche, è Città, quali sappiamo esser il solo ostacolo dell’eterna nostra salvezza, e felicità, non haveremo noi Contadini più oltre, che desiderare, si scorgeremo giunti all’apice d’una vera beatitudine. Commossi, & animati da queste speranze gli Villani; Convenero in grande numero d’ogni parte, da Pergine, Levego, Val Sugana; Ivano, Nomi, Castel nuovo, Valle Lagerina, più delle altre populata d’agricoltori, e diversi altri d’ambe le rippe del Fiume Adice, & diversi altri à schiere in fretta è precipitosamen-