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Delle Croniche di Trento |
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ta per bona parte l’Italia, temerono gli Longobardi esporsi a gran periglio volendo cimentare, e venir a giornata con Francesi; conclusero perciò ritirarsi nelle fortezze; [Li Francesi rovinano la Città di Verona] hebbero gli nemici campo di girare per tutte le Ville, e rovinando ogni cosa gionsero fino a Verona. Guastorono anco con strana empietà molti Castelli, quali se gli erano resi a capitolationi, e senza aver riguardo ne a fede dattagli, ne a Religione gli demolirno. [Francesi contro li Trentini.] Con la medema furia invasero gli Trentini, tutto dando a ferro, & fuoco, Therana, Mulito, Semiana, Appiano, Fagitano, Cumbra, Unciano, Brentonico, Valano Gnesissiano, in oltre molti altri Borgi & Ville prese a forza, tutte mandorno a terra, lasciorno solo il Castello Fernige ad intercessione, [Francesi soggiogano la Città di Trento.] e gran sborso de danari fatto da Agnello Vescovo di Trento. Morto che fu Autharo Re andò al possesso del Regno Agilulfo, qual anco veniva con altro nome detto Agone, havendo di già presa per moglie Theodolinda, che vedova era restata per la morte d’Autharo, Agilulfo havutto lo scetro, incontinente cominciò ad investigare come s’havessero a liberar gli pregioni condotti in Francia, compassionava le sciagure de poveri Trentini, quali menati violentemente in traccia all’infelicità, trabbalati nel fondo delle miserie, in diversi sepulchri lasciavano infaustamente la vita, ciò occorse anche a molti altri popoli di quel tempo, imperoche gli Francesi spesse fiatte facendo guerre con Longobardi, e sovente trapassate l’Alpi, sbalzavano nei confini dell’Italia, spogliavano le Città, che constrete cedevano ai loro furori, gli spoglij levati dalli Territorij sagacemente mandavano in Francia. [Citadini di Trento fatti schiavi.] Ma perche non potevano in lungo conservare gli luoghi presi a forza d’arme, partendosi seco tiravano crudelissimamente gli pregioni per gli monti. Non ardivano gli Longobardi inferiori di forze uscire dalle Fortezze per dar con le loro militie aiuto tanto bramato alli suoi, contra la crudeltà de Francesi. Combatevano solo stando fra le mura, mentre l’inimico carico di bottini se ne ritornava oltre li Monti, abbrugiando d’ogni intorno, smantellando le Terre, con menar oltre ciò seco li habitatori. [Agilulfo Re di Longobardi.] Agilulfo mandò Ambasciatore Agnello Vescovo di Trento in Francia per trattare la liberatione de pregioni, v’impiegò il buon Vescovo ogni suo potere, & diligenza par tal effetto, puochi furon fra molti liberati, quali benignamente la Regina Brunechilde di Francia riscatò con il proprio danaro, & donatagli la libertà furono dal buon Prelato riconduti alla Patria. [Agnello mandato legato in Francia] Evino havendo per mezo del Vescouo Agnello spiati & conosciuti gli animi de Francesi, andò in