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278 | Delle Croniche di Trento |
[Alla Porta di S.Lorenzo si combatte la Cità travagliata.] Animati, & accesi da questi lor pensieri gli Congiurati, stabilirono secretamente introdure gli Villani, chiamati d’ogni parte dalli campi per la Porta Bressana, hora detta di San Lorenzo, il giorno determinato, in cui si doveva commettere si vituperoso, è nefando misfatto, che scacciato il presidio della Città tutto restasse sottoposto dall’ingordigia della villana turba, & por ogni cosa à sacco, havendo havuta spia esser di già tutti gionti, & in pronto gli Contadini, subito aviluppano le armi ne saij di maglia, & con le spade sfodrate vano a ricevergli, e contra la volontà delle sentinelle commandano sijno introdotti.
Ma suscitato gagliardo contrasto, e rissa frà gli congiurati, Angelo Costeda, à cui fù commesso la generale cura delle guardie, è diffesa della Città, soccorse con le squadre presidiali à tempo opportuno queste, che stavano in gran pericoli, fece ritirare gli Villani, e mortificò l’orgoglioso impeto de Congiurati, in quel tumulto puoco mancò non restasse morto il soprastante delle Porte, Tedesco di natione. Qual se non si salvava con la fuga, senza dubio trapassato dalle saete de Congiurati, scavalcato, in terra se ne restava estinto.
Lo seguitarono sempre con gridi hostili, quasi sin in Castello, & arrabbiando di sdegno quelli animi popolari, implacabili, acciò il tutto non gli riuscisse vanno andarono precipitosi alle case d’alcuni Sacerdoti, e quelle, sotto la condotta de Conspiratori dall’avida, & ingorda turba furon spoliate, col medemo impeto parimente votarono il Granaio commune delli Canonici, altrimente detto massa Capitolare.
Era un vedere la Città da queste cose commossa, e perturbata, haver variata la sua antica forma, tutti temevano, ogn’uno affretava per salvarsi.
Gli Congiurati vedendo regetato il soccorso loro de Villani, restarono notabilmente confusi, mutarono facia, passarono d’un estrema cupidiggia, all’estrema tristezza, comminciarono à temere, e diffidare delli lor tradimenti, & ingani.
Mentre così vacillava l’inferma Città, intendendo gli Governatori soprastargli maggiori pericoli dalli ingani de proprij Cittadini, che dalli stranieri, commandarono fossero le Porte, è Mura custodite dalli soli Soldati, assignarono per le Contrade più diligenti guardie, quali dijno molta fede à chi si sij. Havrebbon poi à tempo opportuno dato il condegno castigo alli scelerati, e malvagi Cittadini.