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Libro Primo. 3

sò come ampliar potesse il suo Regno; dovendosi per ciò fare, abbater è soggiogare l’Istria, Provincia trà le confinanti la più feroce, e non potendosi effettuare, (mercè la nativa fierezza, & indomabil barbarie di quei popoli) che con l’impiego d’un Capitano di somma virtù, qual con plenaria potestà commandasse, & conducesse l’Esercito; non seppe à chi meglio conferir tal dignità che ad Evino, Prencipe, e Governatore di Trento. [Evino Duca di Trento Capitano d’Esercito.] Lampeggiavano le heroiche attioni, di questo valoroso campione fra gli altri, non altrimente che risplender suole il Sole in fra le Stelle, fù perciò giudicato il più habile à tal Officio, tanto richiedendo la di lui riguardevole prudenza, congionta con l’arte virtuosa del guerreggiare. Ottenuta da Evino la dignità del Generalato si spinse con un forbito Esercito nell’Istria, & e comparendo à fronte dell’inimico lo stuzzicò alla battaglia, ritrovossi quegli privi di animo per accetare un somigliante invito. Scorse in questo mentre, Evino la Campagna, girò gli contorni, sacchegiò le Ville, devastò li campi, assalì le Città, e Borghi con estrema forza, atterò le Muraglie, e quanto violentemente prendeva tanto mandava à fuoco, e fiamma. [L’Istria superata.] Si che in si fatta guisa spaventò li nemici, che à pena per spacio d’un anno ottenero la pace, non senza contribuire al Re gran somma di Oro. Domata in questo modo l’Istria, Evino con tal vittoria fece ritornò al suo Re. [Sinodo di Mariano.] In detto tempo fu publicato un Concilio in Mariano, al quale furon presenti non più che dieci Vescovi, destinati dalla suprema Sede, per dover ascoltar e giudicare (conforme il stile della Romana Chiesa) il Patriarcha d’Aquileia & altri, che dovevano presentare gli suoi scritti continenti le loro Heresie, & errori. [Agnello Vescovo di Trento.] Uno delli dieci Vescovi fù Agnello, Antistite di Trento, huomo in quei tempi dottissimo, qual eggregiamente s’adoprò in difesa dell’immunità Ecclesiastica, come chiara testimonianza ci rende l’esperienza della vita sua. Occorse parimente in questi istessi anni, che l’Imperator Mauritio con efficaci lettere e con Ambasciarie, sollecitò & indusse il Re di Francia Childeperto à mandare un potentissimo Esercito acciò superate le Alpi passasse in Italia. Fù l’Esercito commesso à ventidue Capitani, ciascun di loro di singolar valore, con fine di levare la gente di Camleardi dall’obedienza del Regno, per distruggere, & rovinare una tal potenza. In questo ponto haveva il Rè dei Longobardi sposata con solenne pompa, & apparati Theodolinda, figlia del Rè Gartibaldo di Baviera, nel distretto di Verona. Havendo donque gli Francesi scor-