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Libro Ottavo. 269

gli Prencipi, sin in quei confini era passata la frenesia di quel rusticano convoglio, qual poco avanti in Alemagna erasi tanto incrudelito. Alla voce di cotal tumulto, il restante del popolo, che ne Monti havevano le lor stanze, curiosi di cose nuove, concorscero da lontane parti, & seguirono il furore de Brisinensi Villani.

In breve s’amassò gran numero di villana gente, à danni de buoni, e virtuosi Cittadini, arrabiando di sdegno contro di loro.

Essendo dunque congregati molti di quelli, e havendo fatto consiglio di rovinar, e destrugere le Città, furibondi, è armati, alzate le bandiere, si spinsero avanti, occuparono à forza Castelli, e Rocche, mettendo tutto à sacco, spogliarono le Chiese, rubbarono le cose Sacre, mandando il rimanente à fuoco, e fiama. Il rumore di questo vicino incendio, che dalle Campagne sempre più s’avicinava, commosse quelli di Bolzano, Marano, & altri, che habitano le Ville circonvicine.

Ancor questi d’odio accesi contro le Chiese si collegarono con quelli di Pressanone. D’indi questo morbo contagioso; andò serpendo nelli habitanti i Monti, le Selve, e Campagne, quali con più pendente discesa s’avicinano all’Italia, infetando molti di si velenoso male. Era tanta la pazzia, dalla quale alcuni eran agitati, che ciascuno arrogantemente ribellandosi da proprij Signori, à quali erano suggetti, conspiravano con la maladetta Canaglia, è in questa guisa s’accrescevano giornalmente le lor forze.

E vertiva principalmente la lor rabbia contro gli Ecclesiastici. Questi dunque ammassati da diverse parti in buon numero, furon dal proprio furore, è frenesia portati ne confini di Trento.

Il Prencipe Clesio scorgendo tanti tumulti, e vedendo il grave pericolo, che gli soprastava, prima riparò la Città vacillante, è con dota, ed eloquente oratione confirmò gli animi di ciascuno, poi incontinente, e con gran diligenza fece preparare quanto conosceva necessario per diffesa della Città.

In questi tumulti gionsero à Trento, dirò per Divin voler, non a caso, alcuni Capitani, che dalla guerra di Milano, fatta sotto gli auspicij di Cesare contra Francesi, che in battaglia restarono superati, & il lor Re priggione dell’Imperatore, venivano con pensiero però di continuare il viaggio e passare in Germania, il principale era Giorgio Frunspergo. [Giorg. Frunspergo.]

Sentendo il Clesio, che in vece di sedarsi, & estinguersi cotali tumultuose seditioni nel Territorio Trentino, più crescevano gli incendij loro, e scorgendo esser necessario un capo esperto, e