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266 | Delle Croniche di Trento |
Donde si conobbe bisognarvi più numerosi Eserciti, e Capitani più periti, per reprimere la crudel arroganza di quelli bestiali animi. Perciò molte Città mosse più gravemente à colera, & dal lor grande scorno, & dal pericolo, che gli soprastava, & fortemente tremendo, commosse, conclusero, & terminarono doversi con ogni lor sforzo remediare à tanto male, & occorrere alla temerità rusticana.
[Svechi gente valorosa.] Gli Svevi primieramente, confinanti alla Baviera, gente valorosa, & bellicosa, vedendo che tutto il paese era dalle sudette scorrerie rovinato, le Chiese spianate, molte Città, ancora fummanti dalle ultime rovine, & incendij, gli Cittadini confusi frà le mura delle Città, niuno haver ardire opporsi à tanto male, tutti temere, doppò tante lor vittorie il glorioso nome de Villani, esser questo reso à tutti terribile.
Sentirono queste cose con animo turbato, giudicarono cosa iniqua, è vergognosa, che la Germania temesse le forze domestiche, non havendo mai temute le straniere, socombesse à proprij vassali, quella che mai si rese all’Eserciti invincibili de Romani.
[Giorgio Turchses Generale dell’armata.] Commandarono perciò fosse subito formato un forbito Esercito. Crearono Generalissimo di quello Giorgio Turchses, Barone Tialtpurgo (son pur sforzato usar gli nomi di quella Patria) huomo riguardevole, è coragioso, pratico nel maneggio delle armi, contra Luthero Generale della rusticana truppa?
Lodarono tutti il consiglio de Svevi, come necessario in quelle turbolenze. Per il che molti Prencipi, da quali facilmente fù compreso esser necessario, non per loro reputatione, e gloria, ma per commune utilità, e salute il combatere con quella bassa canaglia, fecero lega con i Svevi, acciò unite le forze con commune fortuna proseguissero la guerra, e distrugessero, slontanando dalle loro case, e confini quella maledetta peste.
Uscirono tutti in Campagna con fine d’esponersi, & virilmente superare qual si voglia disaggio, per beneficio della Patria, moglie, figlioli, e proprie vite, e per anteponere un honorevol morte alla presente torbolentissima conditione di quei tempi.
Frà tanto Giorgio sapendo che andava à pericolosi conflitti, spiata primo diligentemente l’intentione, & animo, conforme deve ogni esperto Capitano, dell’inaveduta, & inconsiderata plebe (era huomo, che sapeva benissimo nascondere gli proprij, & spiare gli altrui secreti) mosse le squadre, & vedendo bella,