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Delle Croniche di Trento |
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Nonesi (nonostante li Trentini havessero li loro Prencipi, & Vescovi, quali respettivamente governavano il spirituale & temporale, si riconoscevano nulladimeno sogetti al Regno de Longobardi, il cui dominio a quel tempo era assai ampio & dillatato) assembrato numeroso Esercito, con maravigliosa prestezza si traportò nella Vale; quale havendo saccheggiata, & fattane richa preda, ritornando con l’Esercito sbandato, & confuso, fù incontrato dal Capitano nemico chiamato per nome Cranichio in una tal pianura Rotalliana, ove venuti gli Eserciti alle mani
[Ragilo vien amazzato.]
Ragillo ancorche combattesse valorosamente restò con la maggior parte del suo Esercito infelicemente estinto.
[Cranichio prende per forza Trento.]
Cranichio superbo per la vittoria havuta poco dopò invase la Città di Trento, qual presa à forza crudelmente la spogliò, indi partendosi con ricchi bottini fù subito seguito da Evino Prencipe all’hora di Trento, colto à Salorno nel fatto d’arme rimase morto Cranichio, con parte dell’Esercito, il rimanente messo in fuga.
[Evino Duca di Trento.]
Quegli comparendo trionfante restituì il Territorio Trentino alla Città, & divulgandosi la fama gloriosa del suo nome, hebbe per moglie la Figlia di Garibaldo Re di Baviera. In questo medemo tempo tenendo la Corona Imperiale Mauritio, il Fiume Adige talmente crebbe, che sboccando per entro una Porta poco mancò non sommnergesse Trento. Ruinò etiandio buona parte delle mura della Città di Verona.
[Il Tevere trabocca.]
Non manco si gonfiò il Tevere qual non solamente con straordinario crescente riempì i luoghi piani della Città di Roma, ribattuto per la ruvina fatta d’un opposto, & ben saldo riparo, ma anco con rapidissimo corso soverchiò l’istesse mura della Città; Fù in oltre visto scorrere per il vaso è canale di esso Fiume frà innumerabil schiera di Serpenti un Drago, torreggiante per smisurata grandezza. Il che fù preso per non men prodigioso pronostico, che infausto portento. Di dove seguì quella peste cotanto contaggiosa, nella quale morì Pellagio Sommo Pontefice, con infinita quantità di gente. Havendo come habbiamo detto li Longobardi governato con ogni giustitia & buon nome il lor Regno & Provincie, come di sopra si è accenato, per mezzo de Capitani, & Preffetti, concorsero, fornito il decennio unitamente
[Autharo Re de' Longobardi.]
nell’ellettione per loro Re di Autharo, huomo di presenza, d’aspetto, & compositione di corpo à niuno secondo, superiore non solo à qual si voglia di quei tempi, ma anche personaggio che nella Militia non riconosceva pari. Questo non tantosto assonto alla dignità Reggia (confidato nella propria virtù e militari prodezze) pen-