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Libro Decimo. 261

bracciar la di lui dottrina, anzi scorgevali di quella implagabili nemici, come di sopra dicessimo, havendosi alcuni formate nuove sette, indagati nuovi dogmi: parimente vedendosi soprastare giornalemente cose maggiori, e castighi accerbissimi da Carlo, all’hora Imperatore Romano, e Ferdinando Arciduca d’Austria, ambi gagliardi diffensori della Religion Christiana, temendo anco, che gli suoi dogmi restassero estinti, per la grande diligenza della contraria fatione, e acciò la sua stima, e grandissima espetatione, già nelli animi eccitata, non si sminuisse, ò fosse constretta prendere perpetuo bando, ò abietta, & abbandonata non fosse condotta in giuditio per pagar il fio delle sue iniquità, piegò il giuditio à nuove arti.

Convenne gli sciochi Rustici con astutia, s’affaticava provocar, & indurgli all’arme, non per soccorrere (come egli diceva) gli miseri, ma per precipitargli, & à fine di venire per tal strada à procacciarsi qualche riparo contro gli Ecclesiastici, & altri primati, quali per sua propria colpa s’haveva fatti nemici.

Dunque furioso si portava per Borghi, & Ville, solevando tutti esortandoli alla libertà. [Luthero esorta i Contadini a la libertà.] Diceva, quella frà tutti gli beni tener il primo luogo, che tutti gli huomini per natura sono liberi, esser essi per propria negligenza caduti in schiavitudine, esser cosa all’huomo indegna il servire, essendo nato per natura libero, dovendo gli brutti esser soggetti, non gli huomini. Ad ogni modo sapersi che sono sforzati gli miserabili Villani portar tutte le fatiche, & cariche, quali gli stessi Muli non portarebbono, che per la soverchia patienza d’alcuni, la cui superbia è insoportabile, era ridotti in quel miserabil stato. Principalmente doversi abborire l’opulente pigritia de Vescovi, ed altri Sacerdoti, quali per viver più agiatamente trattano gli Contadini in guisa di bestie, di modo che in verità si può dire sijno nati lupi de poveri. Non esser bene comportar più in lungo la crudel tiranide de padroni: la congiura contra gli Vescovi, & altri ricchi Nobili esser giustissima. Vedersi gionto il tempo di scacciar, & sturbar dal commando, quelli, gli cui Imperij sia cosa iniquissima più sostenere in lungo, è vendicare la più pregiata gioia di questo Mondo, raquistarsi la libertà, distruggere le Monarchie, & altre amministrationi delle Republiche, e fare che quelle si governino per consiglio, è voce di tutti. Giudicava necessario stabilire nella Germania un stato populare, abbatuti, & scacciati dalli Castelli gli Prencipi. In tal guisa sperava in breve poter il tutto ridurre in potere delli Villani, hora da