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Libro Decimo. 253

Imperatore, il che comminciato nella Città di Burmacia, non puote esser ridutto à fine. Di questi parte toccarono à Carlo, il rimanente restò alla dispositione, governo, & dominio di Ferdinando, sequitò questo Prencipe, in quelle parti ad, instanza d’ambi gli fratelli, confidando nella di lui prudenza, giustitia, & integrità l’un e l’altro.

Stimava cosa vile refutare qual si voglia pericolo à prò dell’Arciduca, e s’affaticò non poco nel divider le Provincie, impiegando ogni di lui talento, è sapere ove scopriva il bisogno. Basta il dire, che con la sua prudenza, diede sodisfatione a due supremi Prencipi. Terminate queste divisioni, con commun sodisfatione delle parti, fece ritorno à Trento. Havendo Ferdinando osservata, e spiata la gran destrezza, ed incorota fede del Clesio, sempre d’indi si valse della di lui servitù, acciò havesse cura, & soprastasse alle cose sue domestiche. [Il Trentino gratissimo al Re.] Di lui sovente si servì d’Ambasciatore, e Consigliere in varij, è più ardui negotij, e pericoli del suo stato: non si trovava à chi più volentieri communicasse gli suoi più intimi pensieri, tanto lo pregiava per la grande stima, che haveva per l’opere preclare da lui fatte, e che di lui haveva conceputo, che non giudicava cosa indegna chiamarlo con nome di Padre.

Quindi in breve conseguì gran nome, non solo di potenza, ma altretanto di giustitia, & bontà.

L’anno 1522. Cesare diede con straordinarie forze l’assalto à Tornachio, Città fortissima nella Fiandra, & in breve l’occupò, era questa sola da Francesi posseduta in quella parte, è bravamente diffesa da presidij di gran valore, e coraggio, acciò persa non restassero esclusi, & scacciati non solo dalla Città, ma anco da tutta la Fiandra. [Tornaco Città vien presa à forza d'armi.] Non pareva potersi questa superare ne con artificij, ne con valore di formidabili Eserciti, pure assediata dalla bravura delle sue squadre, con moltiplicati, & incredibili tiri di Canoni grandemente combatuta, tutto vampante, & annelante vittorie in breve finalmente s’impadronì à forza, presa, l’aggiunse alla sua giurisditione, è stato: a cotali imprese sempre fù il Clesio assistente.

Quasi nel medemo tempo occupò Genova, Città d’Italia, Metropoli di Liguria, e tutto il Ducato di Milano, scacciati gli Francesi, che lo possedevano.

In questo stesso anno, e staggione, cosa non indegna da sapersi, per intendere con quali influssi, quasi pari in tutti gli successi, concorreva il Cielo alli due Imperatori. Salomon Sultano crudel