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Libro Decimo. | 245 |
no, se passarano in pace la perdita di tanto bene. Donque quella ferocissima gente non farà gagliardi risentimenti vedendosi involato l’Imperio? levato l’honore? per cui sempre combaterono valorosamente, nulla stimando le proprie vite? Vi credete che porterano in patienza obedire à stranieri? che per conservare la loro libertà non temerono gli nemici, ma ne riportarono dalle battaglie gloriose ferite? Remediate in gratia sapientissimi Senatori Imperiali à questi incendij publici, a tante rovine, che ci soprastano, divertite altrove con la vostra sapientia tante insidiose machine, che alcuni nemici della vostra natione cercano apparecchiarci, lasciate essempio della vostra integrità. Disponete nel modo, che l’interesse comporta, che gli posteri conoschino esser stata maggior la vostra constanza, & fortezza à sostener l’empiti maledetti de vostri emuli, operate delli invidiosi della vostra dignità, che la potenza delli contrarij, per contrastar, & vincer la virtù de Prencipi integerrimi, certi dever riportar maggior gloria, e lode da cotal vostra innocenza, e natural costanza, che le stesse squadre vittoriose con l’armi in pronto ne conflitti.
Onde havendo questo da ridondare in perpetua gloria, & utilità à tutto l’universo, principalmente alli auttori di questa dovuta eletione, siate intenti, impiegate ogni vostro spirito all’aquisto d’una tal gloria, che sarà sempiterna. Eleggete Carlo Imperatore, soccorrete alla Patria, aiutate l’Imperio in tanti pericoli, secondate con l’auttorità vostra il desiderio di tutti gli popoli, corrispondete alla congiura Santa de voleri, conducete ad effetto il commun concorso di voler Carlo Imperatore.
In questo particolare m’havrete sempre, benche debil suggetto, vostro coadiutore, fautore de vostri consigli, diffensore dell’antica vostra dignità, mi scorgerete in ogni interesse vostro amicissimo, & fedelissimo, conforme richiede ogni mio debito, è carità verso la patria, essendo ache conveniente che l’universal salute, e la vostra incollumità preferischi sempre, & anteponghi alla mia propria vita se considero la franchezza quasi Divina del vostro animo, la diligenza & affetto verso il ben publico, non posso dubbitare, che non assumiate all’Imperial porpora Carlo trà voi nato in Germania, nudrito frà gli Imperatori, instrutto d’ogni buona disciplina, & documento nel reggere con giustitia ampli Regni, & feroci, giovane mirabile, riguardevole nelle guerre, verso tutti liberale, non potresti far, ancor che volesti, considerare in compendio le di lui virtù, di non dichiararlo Imperatore, perche è troppo degno.
State vi prego di buon animo Prencipi Magnanimi, non temete, deliberate, e finalmente considerate col solito vostro consiglio se più comple, che noi, quali sempre siamo stati debitori à diffender la vostra dignità, trasferito altrove il Scettro Imperiale, resi miseri, habbiamo à starsene