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Libro Decimo. 241

non fomentare la loro potenza; Dunque dalli Francesi volgete la lingua, & gli occhi a Carlo, rimirate Carlo, elegette Re de Romani uno del vostro corpo; quello che ogni sesso, ogni conditione, tutte le persone, e Città desiderano, & da voi richiedono.

Non devonsi così tosto porre in oblio le ultime raccomandationi di Massimiliano, Cesare Augusto non fù Imperatore tale, le cui raccomandationi debbino così poco esser stimate, nell’ultimo di sua vita, seriosamente con ogni efficacia, & affetto vi raccomandò Carlo, ancor giovinetto, lo confidò alla vostra tutella, acciò lo promovesti senza ritardare. Sete gli di lui secondi genitori, & permeterete se la passi senza questo honore? qual per favorirvi, & inalzarvi, diffendervi, & conservarvi esporebbe quanti Regni si ritrova havere, all’estremo pericolo, l’havete esperimentato nell’occasioni, dove l’hà fatto vedere in effetto, richiedendolo il tempo, acciò sapesti l’animo suo inclinato verso le Vostre Altezze, & ancor state in pensiero preferire il Francese all’Alemano? guidicarete inalzar quello à nuova dignità, & privar questo del giustissimo titolo de suoi antenati, in questa guisa soffrirete comincij in quello, manchi in questo l’Imperio, havendo havuto Avoli tanto saputi, prudenti, & valorosi, che con la loro singolar virtù, & quasi Divino consiglio ben spesso liberarono noi, & tutta la Republica Christiana dalli imminenti eccidiali pericoli.

Da cotai argomenti così si possin sperare da questo Prencipe, la cui stirpe deriva da si alta famiglia, si può facilmente prevedere, & congietturare. In gratia più attenti, comportarete resti con tanto suo scorno escluso Carlo, quello, che è chiamato dalli superi, dimandato dalli fatti, & constellationi; questo potrete sprezzare à cui le Profetie, & Oracoli promettono il Principato di tutto l’universo. Con altra occasione dirò cose maggiori di Carlo, & suoi antenati, non è hora il tempo, dissi solo giustissimi Prencipi, quanto era bastevole à non denigrare la loro gloria, overo a non dar con parlar hiperbolico ad alcuni inditio, fossero da me le prefatte prerogative inventate.

Tocca à voi hora considerare con ogni diligenza ciò che potiamo aspettare da Carlo, nato, è nudrito appresso di voi nel cuore della vostra patria, & addobbato delle più pregiate virtù. Dall’altro canto quello, che ci può succedere dall’assontion all’Imperio del Francese Re potentissimo, non sappiamo, io per me stimo cosa più pericolosa il venerarlo, & riverirlo da vicino, che tenerlo di lontano. Carlo qual sij ce lo certifica il presente giuditio, l’havete voi stessi frà le braccia allevato. Qual habbi da esser il Gallo ve lo dimostratà il tempo avenire, & gli incerti futuri successi.

Sù fatte vedere, come il legame, & congiontione della Patria appresso di Voi, non è in poca stima. Non si trova commissione più ferma, & più