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Libro Decimo. 233

in arrivandovi la voce, che finalmente Carlo per vostro favore habbi conseguito il Scetro Imperiale, & sij con gli suoi aiuti per andar a soccorerle. Questo tiene sempre spalancate le portiere alli privati, tanto facilmente da l’audienze, con tanta facilità se gli può portare gli memoriali, & reppresentare le proprie querelle, che quello, che è supremo in dignità si mostra uguale in piacevolezza, & facilità.

Se poi desiderasti saper di quanto ingegno, consigliio, & facondia nel dire egli sia: sappiate, che sono tali in Carlo, quali si puono desiderare in giovine ornato di tutte le virtù. Sarebbe soverchia prolissità il voler trattare singolarmente d’ogni sua prerogativa, voi medemi havendo con esso lui praticato famigliarmente conoscete quanto sij degno di lode, & in verità si può dire in dottrina, & onninamente non haver pari. Hor quanto habbi Carlo in preggio la fede sorella, & compagna della giustitia facilmente lo comprendaranno, [Fede.] havendola egli sempre stimata Divina, & l’unico bene d’un petto humano. Gli confederati la provarono sempre in lui inviolabile, gli nemici la giudicarono Santissima.

Noi poscia havremo ardir stimar inhumano colui, qual avanti gli occhi della mente sempre si riduce d’esser nato huomo? Perche il di lui valore tanto si fà veder trà gli combatenti, quanto la sua mansuietudine campeggia trà i vinti, e combatuti; in tal guisa che sia malagevole il discernere qual delle due sia la maggiore, ne saprei à chi dare la precedenza: Sarà ancor qualchè ostinato capritio, che vogli pertinacemente contradire acciò non si giudichi, & determini à soggetto di cotali prerogative, la suprema Corona Imperiale? che di già da quella eterna sapientia ad una tal dignità fu destinato, tutti lo confessono, mercè che in esso Divinamente si ritrovan compendiate le qualitadi requisite in buono, & valoroso Imperatore, tutte le nationi lo giudicano nato all’Impero, & perche gli huomini si muovono grandemente dall’opinioni della fama, importarà non puoco sapere cosa sentino di questa elettione gli Soldati, cosa gli Cittadini, l’auttorità giova assai nel governo de negotij militari, & civili, però è cosa manifesta l’Austriaco portar in questo la palma, lo dichiaran tale le cose da lui fatte nel commandar un Esercito, non ci essendo cosa à tal carica pertinente, che egli non sappi: Chi de mortali potrà mai addure uno, che più celebre si dimostri: egli ancor giovinetto à quai confini non ha fatto pervenire il chiaro nome delle sue prodezze. Tralascio più evidenti argomenti, espressivi della sua auttorità, da quel solo esempio argomentino l’accutezze de vostri intelletti, che nel stesso giorno nel quale si partì da voi in Spagna, non ostante la gran penuria de Biade, che pativano quei paesi, ad ogni modo valse tanto, che si proccaciò sufficientissimi viveri per si lunga navigatione, & in tanta abbondantia al solo nome di Carlo, che gli Campi medemi in lungo spatio di tempo non