Pagina:Annali overo Croniche di Trento.djvu/254


Libro Decimo. 227

Passò con suo eccessivo contento dalli puerili trastulli, al maneggio delle armi, aprese sotto le Celate, Scudi, Elmi, & Corazze l’arte del guerreggiare, imparò frà gli strepiti de Cavalli à superar gli Eserciti, incominciò con felice fortuna questi esercitij, sotto il di lui Avolo Massimiliano, & pratticò sopportare senza mai spogliarsi le militari fatiche. Fece mirabil progresso sotto la disciplina d’un tanto Imperatore, quanto la sua aspetatione n’haveva promesso. Presente osservava con suo stupore la gran virtù, & forza di Cesare nel guerreggiare, come tanto facilmente superasse le Provincie, liberasse si presto le Città de confederati, batutte gagliardamente, & ridotte alle strette, dalli assedij, & pericoli d’essere rovinate, s’accese talmente di gloria, che ancor fanciullo esercitò l’officio di Capitanio, sempre annellando vittorie, infiamato dalla virtù dell’Imperatore [Virtù.] (qual sempre sforzavasi immitare) & d’altri valorosi Capitani.

Mentre così s’affaticava, & per proprij sudori aspirava ad una immortalità, venne nova di Spagna della morte di Filippo Re suo padre, e qualmente tutta la Spagna era in confusione, & facea per la morte del Re consigli per negotij di tanta importanza, dimandavan da Carlo, benche abssente aiuti, il che fù da lui sentito con gran pianto, & perturbatione d’animo. Dovendo in ogni modo portarsi alli hereditarij Regni, fù instrutta un’armata, s’elessero gli capi, furon preparate le vettovaglie, & altre cose necessarie, & ancorche sapesse esser indomabili le spaventose onde dell’Oceano Settentrionale, ad ogni modo con navi si fece strada per il procelloso Mare, frà la Francia, & Bertagna, si che con incredibil prestezza giunse l’ardito, & magnanimo Giovine in Spagna. Quall’essendo travagliata da guerra intestina, & civile, & dimandando agiuto dalla Germania, per la speranza dell’arrivo di Carlo, furon gli tumulti popolari assai mitigatti, & remessi, & per la di lui presenza totalmente sedati, e spenti. Cosa di gratia v’imaginaste facesse Carlo? Credete si dasse alle delitie, alli convitti, alli banchetti regij? che con animo dissoluto si perdesse nelle libidini? Sapete cosa fece? quanto conveniva ad un giovine virtuoso, ad un Prencipe valoroso, e d’animo di quella trempra? inalzato dall’esempio, & virtù de suoi antenati prendè il Scettro, accolto frà le felici, & fausti acclamationi, ricevè il publico governo, quietò gli animi; pacificò gli Regni, elesse gli Magistrati, crea gli Senatori, quali habbino cura delle cose civili, consulta, & termina le cause dedotte in giudicio, dispone legioni, & squadre à diffesa delli confini, & contra gl’inimici ammassa, & ordina forbiti Eserciti; quanto può, o con forze adopprarsi, ò con prudenza provedere, o con l’auttorità in cui assai prevale tanto con certo testimonio premette por in esecutione, per il ben publico, con benignità indicibile riceve ogn’uno, niuna conditione di persona sprezza, nelle cose di guerra dimostra virtù, nel governo