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226 | Delle Croniche di Trento |
incomparabili di famiglia, in cui sempre risplenderono bellicosissimi heroi, da tutti la più antica reputata frà quelle, che hoggidì regnano in quest’Emispero. Non vorrei già credessero le vostre Altezze, che io havessi, senza tralasciarne, raccontati tutti gli Campioni di questo legnagio, molti passai in silentio, altri perche altrove tenero gli loro scettri, & altri perche morirono senza figliuoli. Manco hò voluto far mentione delle Principesse, che in Matrimonio furon date à diversi gran Prencipi, feci mentione di quelle solo da quali potessimo venir in chiara cognitione della felicissima progenie di Filippo, Re Padre di Carlo.
Non fù mio fine il narrar tanto la serie di quelli, che hebbero gli governi, nel, che gli medemi scrittori diversamente dicono, quanto quelli, che nacquero in detta famiglia. Acciò in questa guisa più apertamente rendasi chiara la nobilissima nascita di Carlo Austriaco hor gran Re di Spagna, & l’antichissimo lor principio dedotto fino dalli gran Campioni, che fugirono dalle alte mura di Troia. Non voglio però passar in silentio come l’Augustissima famiglia d’Austria hebbe sempre stretta amicitia, & parentella con gli Serenissimi Re di Portogallo, di Spagna, Francia, Boemia, Ongaria, Danimarca (sarò compatito usando termini de nostri tempi), & con altri gran Prencipi dell’Italia, & Germania. Da questi Duchi, da questi Imperatori, da cotali Avoli nacque il nostro gran Campione Carlo.
Sentiste mai, che alcun altro gli havesse più nobili; ò più antichi? Leggeste per avventura in Annalli d’altri, gli havesse più valorosi, più virtuosi, più segnalati nelle armi? Qual famiglia di chi si sia Prencipe potrasi mai comparare all’Austriaca? Nella quale una continuata, & illesa dignità per tanto spatio di tempo per tante battaglie, per tante vittorie, per tanti trionfi inalzata, fino all’essersi resa immortale, si sij condotta gloriosa sino alla nostra età? & vorremo credere sia per svanire nel nostro grande Heroe Carlo? & non più tosto per riceverne glorioso augumento? sono troppo singolari le di lui virtù, ci promettono maggiori glorie, maggiori trionfi, non lasciano argomento di dubitare habbino à degenerare.
Dunque Prencipi Illustriss. essend’a loro chiaro quanta auttorità, quanto splendore aggiungi alle cose dette la nobiltà, & antichità delli Antenati, à quali per ogni dovere dovrebbesi scaricare, & commettere la gran somma d’un supremo governo, vorrei considerassero quanto debbimo à Carlo conferire, quanto debba appresso delle vostre Altezze il valore è la chiarissima Prosapia delli di lui progenitori.
La severa educatione deve anco commovere gli vostri animi, giova assai questa alli ardui, & supremi governi. Hebbe Carlo nelle Arti liberali dottissimi Maestri, non tanto nelle speculative, & naturali, quanto nelle [Scientia] morali, fece sotto di quelli per la di lui diligente attentione gran progressi.