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Libro Decimo. | 223 |
non acordarvi andate prolongando l’elettione, che qualche estraneo non preocupi la vacante Sede, & che quello, che di raggione conviensi alle Altezze vostre, si transferisca per forza & ingano nell’altrui potere, il che non potrebbe essere senza gran vilipendio, irreparabile pregiudicio, & inconsolabil cordoglio di tutta la Germania; s’ellega un’Imperatore, che e cosa necessaria, in questo non consiste le loro controversie, il punto delle difficoltà si riduce, chi frà tanti pretendenti sij il più a proposito.
Hor attenti à quanto si debba fare. Hò deliberato prima parlare della prosapia di Carlo, poi delle di lui virtù, finalmente come si debba elegere Imperatore, qual giudichiamo dovere sostenere la suprema carica, con gran giustitia, lode di se medemo, & applauso di tutto l’universo. Ritorniamo donque alla nobilissima stirpe de suoi antenati; qual dovrà esser accutissimo sprone de giudicij vostri. La lor schiatta è la seguente.
[Antichissima origine dell'Augustissima Casa d'Austria.] Gli Scrittori delli Annali dicono, che abbruggiata, & destrutta Troia da fondamenti, gli habitanti, battuti dal destino, si diedero alla fuga, & sotto la guida di Francone, figliolo d’Hettore, doppò varij accidenti, & pericoli si portorno in Germania, al Fiume Reno, ove anco si fermorono. Il luogo prese il nome dal Capitano, è Condutiere, lo chiamarono Franconia. Quindi hebbero gli Conti Aventicij, se creder vogliamo alli suddetti Annali, la lor origine, quali poi seguirono Carlo Magno in Italia, & da questi trassero gli Augustissimi Austriaci il principio della lor famiglia.
Affermano altri Annali, che gli miseri avanzi della destruttione Troiana fugirono in diverse parti, parte seguirono Enea, altri Antenore, in Italia, & altri sotto gli auspicij di Priamo, Nepote di Priamo il grande, varcato il Mare Eunino, & passate le Meoridi paludi, penetrorono in Scitia, ivi fondorono una Città qual poi chiamarono Sicambre, vogliono anco da questi sortissero gli Sicambri in Germania il loro nome. Questi essendo nella Scitia cresciuti oltre modo, doppò haver abbassato l’orgoglio, e ferocità delli Alani, hebbero da Valentiniano la libertà in dono, furon per questo detti Franchi, che tanto vale come liberi Passati dieci anni furon di nuovo molestati da Romani, essigendogli gl’antichi tributi, venuti à battaglia restarono gli Franchi superati, & quasi tutti morti; Il residuo sotto le bandiere di Marcomede, qual era Capitano della moltitudine, andò in Germania, ivi crearono loro primo Re Feramondo, figliolo di Marcomede, avanzatisi poi oltre il Reno scacciarono gli Romani, & in breve per il loro bravo valore, ampliato il proprio Imperio dalli Pirenei, sino alli confini dell’Ongaria, chiamarono tutto quel paese Francia, una Orientale, Occidentale l’altra: d’onde appar chiaro haver quella natione felicemente regnato fino al tempo di Pipino, padre del gran Carlo, & ambi essere nati in Alemagna, ma de genitori della natione Franca condota da Troia. Ma