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220 | Delle Croniche di Trento |
se conseguisse il scettro, qual per tanto tempo adietro, degnamente havevano tenuto gli di lui antenati. Morto Massimigliano Imperatore, questo affare ricadete nelle mani de Prencipi Alemani, come à Commissarij Imperiali, à quali s’aspetta l’eleggere gli nuovi Rè de Romani.
Dunque in quella numerosa Congrega, nuovamente convocata, si diede principio à trattati del successore, per la morte di Massimigliano. Molti si mostrarono contrarij alle opinioni delli Elettori, pareva però l’elettione piegasse à favore di Carlo.
Questo vedendo, che Francesco il Gallio trasportato d’eccessiva ambitione, tutto acceso d’ardentissimo desiderio di grandezze, afferrava la Corona Imperiale, che con promesse straordine lusingava, & astutamente sollecitava per Ambasciatori gli Prencipi Alemani, che di già n’haveva con richissimi doni ridotti molti al suo partito, giudicò gli sarebbe stato di perpetua infamia, quando per sua dapocaggine s’havesse lasciato levar la Corona di capo, e lo Scetro dalle mani, quale per tanti anni, con serie continuata havevano gli suoi progenitori valorosamente retto, & diffeso. Giudicò per tanto non doversi tralasciar occasione benche minima, ò transcurar qual si voglia mezzo per arrivar alla Corona, quasi resa hereditaria da suoi antenati. Diede ordini à suoi Commissarij, da lui per tal effetto destinati, nella cui prudentia assai confidava, & à quali commetteva per la lor destrezza gli più ardui affarri, si portassero con gran accuratezza, non fossero neghitosi in cosa di tanta importanza, & in somma tentassero ogni via per ridurre, frà tante borasche, negotio di tanta importanza, sicuro al bramato porto. Poiche fora di grande, & perpetuo vituperio alla sua Real persona vedersi cascar di mano, quanto sino sotto Massimiliano gli fù promesso.
Quelli, abbracciata la carica, trattarono con ogni calore si rilevante affare, attinente l’interesse del loro Signore, frà quali il Clesio scorgendo le difficoltà gravi, & quanto in vero bisognasse sudare, datosi in preda à straordinarie diligenze, levava à sensi la solita, & dovuta quiete, non dormiva, proponeva, determinava, & adoprava ogni officio per indure gli animi de Prencipi à favore di Carlo. Dicesi à tal fine facesse un’Oratione del seguente tenore.
[Oratione del Trentino alli Elettori per l'eletione dell'Imperatore.] Assai dubbitarei (Valorosissimi Prencipi) ne presenti tempi, in cui dall’Altezze vostre trattasi del supremo honore Imperiale, delle cose concernenti la nostra Fede. Scopro per ogni cantone turbationi, sollevationi,