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216 | Delle Croniche di Trento |
accettò ad ogni modo, & sempre gl'amministrò con animo generoso, & dove scorgeva pericolo del ben publico, ò salute, & reputatione de Cittadini, mai ricusò esporsi à manifesti pericoli, & battaglie. Teneva per regola prima dover, ciò, che oprava gli Rettori delle Republiche, essere in utilità de Cittadini. Si che à ciascun restava chiaro non cercar egli (come hoggidi molti fano) la propria utilità, ma ciò, che conosceva essere espediente à quelli, che commandava. Et perche l'haver singolar prottetione d'alcuni Cittadini, col non far contro delli altri conosceva essere cosa danosissima, e strada per introdure discensioni, & discordie nella Città, amministrava, & governava tutto il corpo della Republica in maniera, che non trascurava cosa alcuna, benche minima senza partialità provedeva al vivere, & à quanto era necessario per il mantenimento publico di tutta la Città.
Quando tal volta veniva d'alcuno offeso non si turbava molto, & in breve si placava la dolce natura di quel Prencipe. Essendo poi l'offesa in tanto eccelso trascorsa, che il dissimularla sarebbe stato contra la sua reputatione, in vilipendio de Rettori, non era da colera transportato, ma con giustitia, accompagnata con la clemenza la castigava.
Di questo Prelato dicesi haver superato se stesso; non si vidde mai insuperbire nelle cose prospere, ne avilirsi nelle avverse, fugiva (dono degno d'un tanto campione, & d'esser inalzato fino al Cielo, à tutti non concesso) ogni arroganza, & leggiera allegrezza ne successi, che gli potessero apportare piacere. Si che non era maraviglia, che questo buon Prelato fusse da tutti commendato, & si conciliasse tanta benevolenza, principalmente de suoi sudditi: governava quella Provincia, con misura, prudenza, & giustitia, mostrando sempre un'animo grande, generoso, & tranquillo. Venivano riferite queste cose alla Corte Cesarea, tutti s'ammiravano della prudenza, destrezza, & giustitia del Governatore di Verona.
Cesare medemo, ancorche occupato in innumerabili ardui affari, gustava sentire consimili acclamationi, & ancorche gli passassero per la mente infiniti interessi dell'Imperio, ad ogni modo non lasciava cadere in terra quanto si diceva del Clesio, il tutto notava, & diligentemente reponeva nell'archivio della memoria.
Mentre il Trentino faceva con fatti eggregij fama della sua virtù; Dovendo l'Imperatore trattare varij, & urgenti affarri con gli Prencipi Imperiali, intimò un Congresso, che altrimenti gli