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DELLE CRONICHE

DI TRENTO,

DI GIANO PIRRO PINCIO

LIBRO DECIMO.

Dedicate all'Illustrissimo Signor Aliprando Clesio.


AA

Vampando per ogni cantone dell'Italia crudeli fiamme di guerre, fù da Cesare destinato il Clesio, Governatore della nobil Città di Verona,

[Il Vescovo di Trento, Prefetto di Verona.] poco avanti presa à forza d'armi, mentre d'ogni parte era insidiata, come in simili contingenze suol accadere, per la gran varietà d'opinioni della plebe, non mancando, chi nascostamente procurava introdure gli Venetiani, poco fà scacciati, ne tralasciavano questi in varij modi sollicitar alla ribellione gl'animi de Cittadini.

Gionse questo Prelato nel maggior fervor, & concorso de negotij, & circondato da innumerabili pericoli si portò con tal destrezza, che in poco tempo liberò se stesso, & la Città d'ogni sinistro incontro, fece di più con tanta diligenza, & arte palesa la grandezza di quell'animo, posciache non solamente spurgò il distretto Veronese, con la Città, ricevuta in governo, d'ogni civil discordia, & impetuoso assalto nemico, ma anco liberò sovente la Città confinante di Brescia sa varij assedij, essendo in quel tempo da nemici combatuta.

Quindi à maraviglia si vide spiccar quel suo animo in giovar à tutti, porgendo loro ogni possibile aiuto, & favore, soccorrendo à chi si fusse, che dell'opra sua tenesse bisogno. Et ancorche sapesse quanto ardui, & pericolosi sijno gli negotij, & affarri di quelli principalmente, che hanno governi nelle Republiche, gli