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Libro Nono. | 211 |
gliare, & condurgli in evidenti pericoli, mentre si vogliano mostrar loro troppo facili, benigni, & fedeli nel condescendere. Mi perdoni, hà havuto poco riguardo al ben publico della sua Città, se n’accorgerà, hà fatta larga strada ad una pregiudicial seditione, & armato odio frà Vescovi, & Prencipi, altrimente come fratelli. Sono gl’impulsi delli animi grandi, & vehementi, ne facilmente si può rafrenar l’impeto quando una volta l’inconsiderata libertà hà spinti gl’huomini all’armi. E opinione de molti, che quelli di Pressanone sijno troppo amibitiosi, & avidi di soverchia gloria. Gli Trentini all’incontro mai si quietarono sentendosi pregiudicare, & dilacerare nella reputatione, ancorche tenghino come primo principio non potersi la virtù della lor Città, & gloria de lor antenati inalzare con lodi, ne denigrare con vituperij. Stiamo ben avertiti, e sù l’aviso, che le Alpi per ostinata opinione del volgo, troppo avido d’accrescere la propria, & deprimere l’altrui gloria, non si rendino famose con la strage d’ambi le Città sorelle. Devonsi gli huomini, che troppo di se presuppongono, indomiti per gli prosperi successi rafrenare, & reggere in giro dalla raggione, & buone institutioni della prudenza, & sapienza de suoi Prencipi, acciò col popolo medemi non si facino rei, & soggiaciano alle censure d’ogn’uno.
Se le leggi Romane tanto severamente biasmavano, & prohibivano li soverchi tentativi, & broglij di quelli, che con vie indirette, & torti sentieri si fano l’addito à Magistrati, & honori nelle Republiche, quanto maggiormente deve l’ambitione esser habborita, & vilipesa da Vescovi lumi di Santa Chiesa, à cui appartiene, & incombe trattare le cose Divine, acciò quel Dio, qual con ardenti desiderij, volontà staccata, & affetti purgati, d’ogni perturbatione terrena, devono placare, maggiormente contra suoi, & il popolo non resti provocato alle vendette, & totalmente da nostri cuori sbandito. Per questi soli rispetti dovrebbe pur V. S. à coteste controversie, prescriver il freno (mentre il male per ancor è rimediabile) al protervo, & stolto consiglio del rude popolo, & moderare l’eccessiva ambitione de graduati; Miglior consiglio e por ripiego à tempo opportuno, che precipitosi, lasciarsi trare da disordinato desiderio d’indebita, & disdicevol gloria. Mi persuado, che come buon Pastore abborirà si abbominevoli disordini, pari suoi non puono se non haver l’animo averso da consimili inconvenienti. Vero è che alle volte molti Prencipi altrimente di buona, & Santa vita, constretti dalla violenza, importunità, & favore della temeraria plebe; qual per il più segue il peggio, non volendo, inconsiderati sono ridotti à manifesti pericoli.
La prego, la scongiuro vogli haver l’occhio al suo bene, all’utilità publica, più tosto confermarsi in amicitia, & con eleggere benevolo il Prencipe, &