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204 | Delle Croniche di Trento |
gare le cause secrete delle cose, essendo chiaro, che il troppo curioso studio delle cose universali aliena l’animo dalle cose Divine, che perciò Salomone giudicò questa Filosofia occupatione pessima, & miserabili colore che troppo in quella s’occupano.
Anco Socrate nel suo Fedone hebbe costoro in spreggio, & abbominatione.
All’incontro essere il studio temperato à guisa d’una amichevol concordia, che per le Città si sparge più che necessario. Mentre [Diversi raggionamenti nella Cena.] cosi frà di loro gli convitati discorevano, & s’accorgevano, che tutti prendevano piacere di simili raggionamenti s’inoltrarono nel parlare, soggiunsero essere nelle ben regolate Città frà l’altre leggi, la più profitevole, & utile, che gli vecchi, & più maturi d’età habbin la sopraintendenza delli giovini, & quelli all’occorrenze rafrenino, & conforme il bisogno severamente gli castighino; che gli giovini in presenza delli più antichi non debbano formar discorsi, ne con quelli fratellarsi nel parlare, dovendo (conforme son tenuti) haver in honore, & senza tralasciar termine alcuno di riverenza, sempre havergli in rispetto.
Parimente persone di merito quanto maggiormente risplendono in virtù, tanto più doversi preggiare, riverire & inalzare, che quelli che virilmente combatendo in guerra vi lasciano la propria vita in diffesa della patria, & proprij Prencipi, conforme la già ricevuta opinione s’immortalano, & rendono Santi terrestri, valorosi, inimici, e destruttori d’huomini perversi, diffensori, & conservatori de mortali. Essere cosa crudele, vile, & quasi vituperosa spogliare gli corpi morti, & stimare un cadavero come se fosse inimico, lasciando senza contrasto il vincitore, con cui prima haveva la tenzone. Non lodavano però la Republica, & opinione di Platone nel particolare, che tutte, le cose fossero communi fino le stesse moglie. Dicevano essere Divin’Oracolo il modo, gli honori, le ceremonie, gli ritti, con quali, convenevolmente honoriamo gli Santi, & huomini Celesti.
Fatta mentione delle cose sopranaturali erano gl’animi à poco à poco inalzati, & preso il parlare attorno il parere di Platone, con indicibile gusto di tutti facevano rimembranza di quelle cose, che esso lasciò scritte nel mondo, come il mondo overo il Cielo, ò chiamisi con altri nomi, era creato, perpetuo però, & sempiterno, corpo sferico, qual sensibilmente si muove, il più bello, & la più perfetta opera dell’universo, à cui Platone attribuì intel-