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164 Delle Croniche di Trento

ma del corpo proportionatissima, & ben disposta, la fortezza eggregia, la virtù dell’animo eccellente, l’acutezza d’ingegno mirabile, nell’eloquenza (quale in quelle congionture massime era necesarissima) non haveva pari. [Giorgio da tutti desiderato.] Haveva dal Cielo special gratia, & maravigliosa efficaccia di conciliarsi la benevolenza di ciascuno, & ligarsi ogn’uno in pura amicitia, traheua ciascuno ad amarlo, in tutti gli negotij si mostrava politico Christiano, con tutti era cortese benigno, & gratioso, ancorche vi fossero de maldicenti che lo biasmassero, & con veneni gli insidiassero la vita medema.

Dunque ardendo tutta l’Italia con incendij di guerre, toccò à Giorgio il governo di Verona, & del Territorio, qual si in rinovare l’antiche amicitie, come in stabilire nuove confederationi, fece molti popoli sogetti alla Germania. La di lui fama acquistatasi di clemente, non solamente à quelli che habitano più vicino al Mare, ma anco fù di gran giovamento, & efficaccia appresso le genti più feroci, & barbare delle Montagne. [Veronesi fidelissimi.] Conservò Verona illesa, & salva da qual si voglia rapina, respinse lontano da quei confini gli Veneti, & rese gli cittadini sudditi fedeli à se, & à Cesare. Non impose contributioni, non sforzò alcuno à pagare oro, od argento, in somma non pellava (come si suol dire) il distretto. Mai comise cosa indegna ne accetò offerta per ingiusta, & maledetta cupidigia de magistrati, ò di ricchezze, tiranica, crudele, & imperiosa padrona delle nostre anime, à cui non volendo darsi in preda, mai con avaritia, ò imperioso governo diede minimo aggravio à quella richissima Città, manco con barbaro, & sanguinoso dominio la separò dal suo imperio, ma con giustitia, & mansuetudine, proprietà innata di quel Prencipe, con modo maraviglioso s’obligò ogni sesso, & conditione di persone, mantenendo tutti constantemente in fede inviolabile devoti à Cesare, in modo confermando gli animi di ciascuno, che quelli, che prima parevano seguir la parte de Veneti, hora si chiamavano beati per esser sottoposti à Cesare, & come si rese degno di gran Magistrati, & Imperij, cosi non con minor lode gli amministrò; si che da suoi era grandemente amato, dalli Cittadini honorato, & riverito, da Cesare approvato, & da tutti desiderato.

Di già s’era per tutto sparsa la fama, che gli Veronesi erano humanamente trattati dalli Alemani, di gia era per ogni cantone conosciuta l’integrità di Giorgio, in modo, che, quelli che ancora non havevano visto, ne conosciuto Cesare, desideravano haverlo per lor Prencipe. Mentre questo Prelato era Prefetto di Ve-