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A’ LETTORI.


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CCO (Benigno Lettore) che appresento al tuo gran merito le da Te cotanto bramate Croniche di Trento, nel nostro commune idioma trasportate. Ricevile con lieta fronte, già che avido fosti nel desiarle, et iscusa quelli errori, che sono connaturali ad una professione cosi malagevole, e sdrucciolosa. Non hò risparmiato à fatica, acciò quest’opera uscisse in luce con quel candore, che n’era possibile, ma con tutta la diligenza impiegatavi non hò potuto non inciampare in alcuni scogli. Vi sono trascorsi delli errori, non lo niego, in particolare ne nomi proprij, in alcuni luoghi tiraneggiati, nelle virgole, non poste al suo luogo, e nelli errori d’Ortograffia, et altri di simil caratto, ma che si hà à fare, pria spoglierai d’attomi l’aria, che d’errori la Stampa. In fine, non vi si trova diffetto di momento. Gli più importanti sono notati nel fine del Volume: la corettione de nomi proprij, dove manco importa, come anco d’altri somiglianti, e di poco rilievo si rimette al giudicio di chi sà. Ne perciò si persuada alcuno, che siamo stati trascurati in espurgarli, stante che per non soggiacere à fulmini de maldicenti, pochi, se ben leggieri, ne habbiamo nella nostra corettione lasciati à dietro, che passati non sijno per il macino d’una rigorosa censura. In cotesta traslatione poi non si hà havuto riguardo à frase Accademica, o mendicata, mà a stile corrente, è commune, non però vile. Il scrivere affettato à chi per suo diporto ne hà fatto l’abozzo non piace, e ben sà che l’Historia non deve esser troppo fucata, affine di non esser stimata adultera, oltre che è cosa lodevole il sodisfare non solo à dotti, ma anco à i manco sapputi; tramandandosi à posteri gli successi delli antenati, per documentare ugualmente tutti. Devi appresso avertire, che in detta traduttione più s’hebbe l’occhio al senso, che alle parole, più alla connessione, che hoggidi nella nostra lingua s’accostuma, che alla costruttione Latina, stimando impossibile il potere con la debita venustà accopiare sotto ad un’istesso groppo gli Latini, e gli Italiani periodi. Non si è però alterata, perche dove fù concesso, si siegue la tessitura dell’Autore, se non che vi sarà qualche parola di vantaggio, per maggior chiarezza. Si lasciarebbe per aventura vedere sotto altro manto, se disimpacciata, non restasse constretta à ricovrare sotto gli abigliamenti d’illibata fedeltà, ornamento di cui si deve vestire, chi trapporta. Se quanto hò detto basta ad iscolparmi, in buon’hora sia, se nò, manco mi sgomento, avengache non si possa dar gusto à tutti, e chi ciò si persuadesse troppo presumerebbe. Anche il Sole riesce importuno à Vipistrelli. Aggradisci Lettore il mio buon animo, se la fatica non ti piace, e conservati sano.