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156 | Delle Croniche di Trento |
dalla Città s’avicinavano, non giudicando bene abbadare, rampando per li sassi medemi, per quali erano passati, si ridussero salvi tutti à suoi quartieri, fuori che alcuni troppo avidi della preda, per essersi troppo tardi ridutti sotto il Monte, restarono alla radice di quello oppressi, & morti.
Giorgio Vescovo, a cui era commesso il supremo commando dell’Esercito Alemano, ancorche conoscesse, che gli Capitani erano degni di riprensione, & d’essere imputati d’imprudenza, essendosi per la lor temerità ridotto tutto il negotio ad evidente pericolo, ad ogni modo giudicò meglio in tal contingenza di tempo sminuire, & scusare la loro negligenza; che con temerità essagerata, certo col primo svegliarsi la virtù, col secondo destarsi odio più che intestino. Dunque prima s’affaticò scusare gli suoi, s’è scorso (diceva) non è dubbio gran pericolo, la causa però non fù nostra, è stato il pergiuro de nemici; il non hauer osservati gli patti della tregua. Bisognerà per l’avenire star più sù l’aviso, con usar maggior diligenza; Farà di mestieri star molto ben avertiti, acciò non si sparga fama, che gli Venetiani più habbin potuto con inganni, che gli Alemani, & Trentini con la loro propria virtù. [Esortatione del Vescovo à soldati.] Non esser più cosa vituperosa, ne disdicevole gabbar con frodi l’inimico, aspirandosi con diverse stratagreme, à nostri giorni, alla vittoria: hassi à vincere, cercare però in qual modo habbi vinto, stimarsi pazzia; il Soldato, che vuol combatere non deve essere negligente, ne pigro. Riducetevi à memoria quanta rovina, & calamità sij sopragiunta al Territorio Trentino, quanto difficil guerra habbin da sostenere gli Spagnuoli, Francesi, & Italiani, per haver congiurato contro Cesare; questo solo habbino sempre fisso nelle loro menti. L’Imperatore poi non attendere dalle vostre virtù se non fatti heroici, e sovrahumani: nella vostra fedeltà, virtù, & peritia di maneggiar l’armi, stà riposta, & hà confidata tutta la reputatione, & honore Alemano.
Non se stese molto il sapientissimo Prencipe in parole, & quelli, che non permetteva l’opportunità poter castigare, con bella maniera gli ritrasse dalla codardia, & dapocagine, licentiandogli in tal guisa, che parve gli havesse persuasi non ripresi, svegliata la lor virtù, non l’odio.
Fù quel ragionamento per obligar, & indolcir gli animi de Soldati, ricevuto in bene, & cosi richiamati à ripigliar l’armi, ritornarono in campagna. Il buon Vescovo più sollecito di prima nel oviare à qual si voglia pericolo, & averso incontro, che gli po-