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152 | Delle Croniche di Trento |
lo gettò di strada. Poi con grand’honore conseguito l’aurea del Dottorato, ritornò in Austria, ove per ordine di Massimigliano, Re in quel tempo de Romani esercitò l’officio di Cancelliere, qual carica non era solito commettersi, che ad huomini di gran prudenza, & di dottrina celebri: Aministrando il tutto con sua somma lode si conciliò la gratia del Prencipe, e fù molto favorito, da quello ricevendo straordinarij beneficij, con aquistarsi etiandio gran nome, massime d’essere in dottrina insigne. Perilche morto poco avanti Uldarico, del qual fù nel amministratione della sua Chiesa coadiutore, fù eletto Vescovo di Trento l’anno 1505. gli 24. Setembre, & poco poi, favorendolo Massimiliano Re de Romani con spetiali gratie, & favori, prese il possesso del Vescovato. Haveressimo di questo Prelato che dire assai, mai ci mancarebbe materia delle di lui opere eggregie, ne racontaremo donque poche delle molte, che potressimo dire.
Si rese grandemente mirabile Giorgio terzo nell’haver condotti con tanta costanza, & integrità a felice fine tanti e si ardui negotij, che gli erano stati commessi da Massimiliano. Si portò in quelli con tal prudenza, che mostrava auttorità publica, conseguendo gloria privata, faceva talmente questo Prencipe spicare la sua modestia, & prudenza nel maneggiar gli publici affarri, che otteneva il primo luogo, & senza altrui invidia commandava. Esso per se medemo prima s’inalzò a gran gloria, infiamandolo quella sua natura, di generosissimi spirti ripiena dandosi à qual si voglia eggregia, & difficil impresa, stimolato anco dalla memoria de suoi antenati. Stimava cosa indecente alla sua nascita, consumar in otij quella florida età, però cercava sempre occasione d’impiegarsi in cose alte, di tener occupata la di lui mente in qualche negotio di lui degno, e d’esercitar l’animo in opere virtuose. Le conditioni de tempi gli somministrorono più di quello, che andava cercando, e sodisfecero al suo desiderio, forsi più di, quello havrebbe voluto.
Gli Venetiani vedendo che Massimiliano Imperatore s’obligava molti gran Prencipi, si per la sua auttorità, come per parentella con essi loro contratta, che con le armi haveva superati, & soggiogati popoli altrimente indomiti, & che spregiavano il di lui Imperio, che hormai resa la Germania in pace si preparava per trasportarsi con le squadre nell’Italia; sapientissimi (come quelli, che da luogo eminente prevedevano gli pericoli, che gli soprastavano di lontano) s’ingellosirono, & comminciarono à temere