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Libro Sesto. 139

do gli infiniti beneficij, che riceviamo da quella, couclusero essere il principio di tutte le cose, il che dobbiam tralasciare d’ammirare, sapendo noi manco esser lecito far, secondo il Christiano rito, sacrificio à Dio senza l’acqua.

Parimente la nostra Religione hà instituiti fonti, per le Chiese, ne quali si conserva acqua benedetta da Sacerdoti, che ritiene virtù di fugar gli Demonij, & cancellare le colpe nostre veniali, finalmente con l’acqua habbiamo l’entrata alla Catolica Fede, & la strada aperta al paradiso. Pareva veramente cosa indegna, che quella Rocca, sede de Prencipi, mancasse d’acqua, & patisce difficultà nell’havere cosa tanto necessaria, che la Città ne fosse copiosa, & il solo Castello capo di quella ne patisce penuria. Che per ogni contrada fra rivoli scoresse in abbondanza, & la fortezza restasse con la sola brama, & sete di quella. Per riddure ad effetto questo negotio, qual di già haveva proposto, si servì d’huomini perittissimi, quali sapeva, conoscere bene la carica, & officio, che in se ricevevano.

Questi cavando un monte, dalla parte settentrionale della Città che soprasta al stesso Castello, ritrovarono alcune nascenti vene, quivi da scura caverna, con un continuo collare prima ricevono l’acqua, indi per oscure strade sotterranee concorrendo & assembrandosi insieme, à poco à poco facendosi l’acqua maggiore, è da tutte le parti riunita, la conducono in proprio canale, alla volta del Castello. Ma acciò la chiarezza, & limpidezza dell’acqua, per l’innondationi di pioggie, e per scorrerie d’animali non restasse macchiata, & intorbidita; ò acciò alcuno non piegasse quel canale altronde ò pure, (il che era da temere) per ingani infetta, & avelenata, non portasse seco la morte: serarono la fonte con catenazzi di ferro, si che restò molto ben custodita.

Questa nel suo corso non admette altri rivoli, ne fontane, nè per giri, ò vie storte piegando, hor alla destra, hor alla sinistra, mà lasciato ogni girar delle valli, senza far lago, s’inoltra col suo scorrere per il dorso d’un pendente, & duro sasso, à gran fatica intagliato, in modo di canale, hor dal continuo corso, rodere dell’acqua allargato resoli più capace, & amplo, per canoni poscia di legno, à drittura del Castello condotta, arriva alla fossa, qual con profonda altezza separa il monte squadrato, à forza di brazzo, in grande largezza, dalle mura del Castello. Indi sottoposto un ponte de legni à guisa di machina, in forma d’arco piegata, artificiosamente fabricato, vien trasportata alla Rocha, ove