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Illustrissimo, Et Eccellentimo


PRENCIPE


EE

Ccovi Prencipe Eccellentissimo il Pincio, non già quello incanutito, insecolato, forestiere, et quasi dissi salvatico, mà ringiovenito, familiare, e reso Cittadino da felicissima penna: Io non dubito, che se rediuiuo potesse mirar se stesso sotto questa novella spoglia, egli non fosse, à guisa di serpe alla novella staggione per ammirar, e pompeggiar se stesso, et insieme con le proprie mani consecrar al glorioso Vostro Nome questa sua opera, acciò ella vedesse la luce del Mondo sotto i suoi felici, e fortunati auspicij. Quello ch’adesso da Fati non è concesso, sia reso lecito à me dalla somma, e singolar benignità che in Voi regna. Dedico donque à Vostra Eccellenza quest’Opera dovutale per molti titoli; così piacesse à Dio, ch’avverandosi, quel Pitagorico sigmento, l’anima del Pincio, potesse in me far tragitto, overo ch’in legendolo, e contemplandolo, potessi estrahendone quell’Entusiasmo, ch’egli così felicemente essercitò, proseguir l’interrotta Storia rappresentando la felicità d’un secolo intiero goduto da questa nobilissima Città sotto il Principato della Casa MADRUZZA sempre inclita, e sempre gloriosa. Potess’io dall’Ala destra della Fama scieglier la più dorata penna, e quella intingendo nell’Onde d’Ippocrene, sopra d’un Pario marmo rappresentare, le glorie d’un secolo, secolo veramente d’Oro, che tale l’hà pur provato, et tuttavia lo prova questa Dal Ciel diletta parte (mentre l’Italia tutta, e la Germania in mezzo delle quali è dalla Natura, et da Dio collocata, hanno provato, et provano un secolo di ferro, anzi di fuoco) sotto un CHRISTOFORO, un LODOVICO, e due