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Libro Sesto. | 131 |
no trovar ripiego, ne partito alcuno, finalmente determinano esser necessario il consigliarsi insieme, & remediare à si evidente lor pericolo, acciò restasse proveduto al lor enorme fallo. Si ritrovava all’hora un rivo sotteraneo d’acqua, qual dalla Città per mezzo le case di costoro, in vaso coperto à volto, scoreva nel Fiume Adice; per questo anco condotte dalla forza dell’acqua le publiche immondite della Città scorrevano, & erano menate al sudetto Fiume. Nel mezzo delle case era un luogo scoperto, & vacuo, acciò le stanze inferiori, & altre parti basse potessero ricovere luce, ove l’acqua per coppi, & coperti pendenti, adunata, veniva à cadere, ma il rivo tanto era scoperto per commodità di nettare le massaricie, & lavare altre suppeletili, quanto si slargava quel ara, ò luogo vacuo. Essendo dunque necessario ascondere quel corpo, ne trovando luogo à proposito, & in cui potesse senza suspetto quel cadavere star nascosto, e senza pericolo, che fosse con la lor rovina ritrovato. In negotio di tanto sospetto consigliano, & concludono, sij il fanciullo addobbato de suoi vestimenti, e in questa guisa gitato nel sodetto rivo, qual scorre sotto le lor case, & poi andaremo dissero dal Vescovo, & diremo, esser egli stato condotto per l’occulto canale, in cui scarica l’acqua, ma tratenuto dalla nostra grada di ferro, non haver potuto passar più oltre, per esser condotto al Fiume. Ne vi sarà alcuno, che sospetti de noi, ci tengono in buona consideratione, faciamo servitio à tutti, niuno dirà il fanciullo è stato ammazzato dalli Hebrei.
[Il corpo di S. Simone vien nascosto.] Fu da ciascuno lodato questo parere, gettano subito quel corpo, oltre ogni veder humano tormentato, nel canale, & lo sommergono nell’acqua. Parve n’havesse compassione l’acqua, forsi per non parere complice di tanto delitto, incoloritasi, impatiente di quel Santo peso del purpureo sangue, mandò fuori il cadavere di quello, che gli Circoncisi cotanto haveano tiraneggiato, ricusando volerlo coprire. Vedendo quelli indiavolati mostri consimil prodigio, arrabbiano di sdegno, maledivano il Fiume, perche resistesse alla lor volontà, biastemavano quel corpicciolo, come ostinato. S’affaticano con pali farlo restar à fondo, di quelle tenebrose acque, & sovente lo somergono. Giudicando in tal guisa haver prudentemente proveduto alle lor cose, & levato ogni pericolo.
L’istesso Tobia, qual tradì il fanciullo per consiglio de tutti, andò dal Velscovo, e senza mostrar timore, ò minimo segno di colpa espose (conforme gli fù comandato) tutto il trattato.
Il Prencipe per tal nuova, fatto allegro, spedì subito Giacomo