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Libro Quinto. 115

havevano scacciato. Acciò qui pienamente fosse spiegata, & à tutti palesa la volontà del popolo, stabilirono per mostrare segno d’osequio, & honore andare ad incontrarlo, & fargli tutti quelli honori, che mai havessero potuto. Dunque per Ambasciatori lo richiamarono, pregandolo inoltre volesse perdonargli, & dimenticarsi di quanto havevano inginstamente commesso contra la sua persona. Consideri ogn’uno con qual animo attendessero la risposta. Si deve ad ogni modo perdonare alla moltitudine, la clemenza del Prencipe deve esser riguardata, non la pazzia del stolto volgo. Supplicarono con ogni efficacia, & humiltà anco l’Austriaco, acciò s’astenesse dalla preda, & sacco della lor Città, volesse uscire dalli confini, & ritornare senza dar danni nella propria Patria, di già si chiamavano vinti, si rimettevano alla sua devotione, pronti ad obedire ad ogni commando. Si per questa ambasciata, come per le preghiere del Vescovo, placato l’Arciduca, fece battere la ritirata.

Il buon Pontefice richiamato dalle lacrime de suoi Cittadini, mentre ritornava alla Città s’infermò d’hidropesia, ò male subcutaneo, cioè sotto la pelle, & gionfiandosi il corpo, morse vicino alla Villa detta Matran, del Vescovato di Presanone, qual poi portato in Trento, fù sepolto nella Capella di Santa Massentia, alla destra dell’Altare, qual se bene visse fuori della sua Chiesa abbatutto, & scacciato dalla malignità de tempi, & d’huomini, ad ogni modo mantenutosi sempre nella debita gravità, & condecente decorò, governò la Chiesa 18. anni, & due mesi con somma lode. Morse l’anno 1455. 23. Agosto.

Il Fine del Quinto Libro.