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114 | Delle Croniche di Trento |
tà, non essendo Città quella, nella quale gli buoni, & antichi costumi sono calpestati, & il viver morigerato del tutto sbandito Ma essersi ritirato d’un luogo pieno di turbolenze, ad una Santa, & riposata quiete. Trento non esser più luogo honorato, ma un ridutto, & sentina d’huomini, che vivono alla bastiale, conforme le sfrenate voglie de suoi appetitti, le pazzie, & furori del Bellenzano haverla indotta à publiche sceleragini, & infami partiti, esser stata nobilitata del nome di Città mentre han retto gli Vescovi. Nella sua partenza haver perso il misero Trento la prerogativa di Città. Non esser quelli Cittadini, ma banditi, havendo per causa loro preso bando il Vescovo, non può il Vescovo esser bandito, essendo egli quello che constituisce la Città. Chiamarai tu Cittadino colui, che ha data la morte à molti, quello che ha scacciato il Pastore, quello, che con armi hà conturbato la Piazza, & tutta la Città? quello ch’ha fatto yiolenza alle Chiese? non lo dirai più tosto nemico capitale? Pensano, (diceva) questi scelerati huomini, che scacciato il Vescovo, restassero ruinati, & arsi li di lui haveri, mà s’ingannano, ravivarebbono quando potessero scancelare l’immortal gloria d’eterno beneficio, da lui fatto al publico; non han potuto, nè mai potran ciò fare. Confidava che finalmente l’offesa de perversi gli sarebbe stata occasione d’un glorioso ritorno alla patria, sapeva ben esso quanto fosse questo negotio à cuore dell’Imperatore, del Sommo Pontefice, & d’altri gran Potentati.
Queste cose publicamente diceva il buon Vescovo, & con patienza dissimulava, & inganava il desiderio del suo ritorno. In questo mentre stimando l’Arciduca non doversi più differire il castigo di tanta barbarie, commandò fossero spiegate le bandiere, & di già messossi in viaggio con poderoso Esercito, per la restitutione del Vescovo s’incaminava contro Trentini, lasciando alcuni, acciò unissero le reliquie del campo, & con gran prestezza gli seguissero. Gli Trentini conosciuta la venuta, & pensiero dell’Austriaco, pentitti del lor fallo, massime considerando, che la lor Città per tante congiure fatte ne Vescovi, sarebbe sempre stata tassata d’infamia, dalla posterità, desideravano esser digiuni di quanto havevano comesso.
[Gli Trentini richiamano il Vescovo.] Onde, di per la paura del nemico, che già gli era alle Porte, si anco, per scancellare in parre la macchia della Città, con apparente beneficio, determinarono ricevere & richiamare con apparati, & dovuto honore il lor Vescovo, qual con tanta malvagità prima