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108 | Delle Croniche di Trento |
tarne la palma. Ma per esser stata l’elettione simoniaca nè, come nè canonica, nè men confirmata dalla suprema Sede, non vien costui connumerato frà gli Vescovi, qual però governò la Città, & Territorio di Trento il spatio di tre anni, (ò come altri vogliono di un solo, & dieci mesi l’anno 1424. [Ernesto.] Nel qual tempo Martino Quinto Pontefice Romano, mandò à Trento Hernesto cognominato Ayyero (o come scrivono altri) Avverro, Vescovo Gurzense, & Cancelliere d’Ernesto, Arciduca d’Austria, acciò governasse, & reggesse la Chiesa Trentina; ma perche venne contra il parere del Colleggio, & della Città non fù ammesso al Pontificato, onde manco questo vien annoverato frà gli Vescovi Trentini.
[Alessandro Vesc. 89.] Doppò fù eletto Alessandro della famiglia de Duchi di Mazovia nativo Polaco, di stirpe Reggia, & Zio da parte di madre di Federico, eletto Re de Romani, poi Imperatore succeduto, qual l’anno che si celebrò il Concilio Bassiliense, fù creato Cardinale, & Patriarca d’Aquileia, aiutando la fortuna sempre il sangue Reggio ad honori, & gradi supremi, fù portato à molti negotij dell’Imperatore, & al governo di molte Provincie, quali anco con somma sua lode resse, & governò. Fù in stima del più sapiente huomo della sua età, che perciò si conciliò la gratia de molti gran Prencipi, quando vene al possesso del Vescovato non possedeva la Chiesa Trentina cosa veruna di libero fuori della meschina Città, & il Castello del buon consiglio, il rimanente tutto era stato usurpato, per il che stimò necessario impiegar ogni sua forza, & sapere, acciò la Chiesa hostilmente di lacerata, & distrutta si reparasse, & si riducesse al pristino stato.
Dunque tanto s’affaticò, & operò, che in breve, se ben doppò molti sudori riunì gli Castelli, Borghi, Terre, & Ville, & altre giurisditione del Vescovato, alla Città. Riva Castello contiguo al Lago di Garda, prima impegnato alli Prencipi di Verona, Poi à forza d’armi preso dal Duca di Milano, Filippo Maria, con la sua somma prudenza parimente ricuperò, in questo hebbe molto, che fare; fù mestiero servirsi del sapere, a chi mancavano le forze per formar Eserciti, acciò morendo lasciasse la Chiesa libera, & nelle sue raggionì intiera, qual egli medemo nel suo ingresso ritrovo snervata. Veramente dobbiamo con ogni raggione persuaderci, havere questo Pontefice operate cose heroiche, & eggregie, ancorche non sijno per mancamento de Scrittori derivate alla posterità. Dicono morisse nella Città di Viena, & ivi restasse sepolto nella Chiesa di San Stefano, in cui fù Prelato.