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106 | Delle Croniche di Trento |
raggioni. In qual parte poi inclinassero gli pareri de Prencipij, à quali fù concessa la causa dal Concilio, & qual giudicio, & sentenza seguisse in si difficultosa controversia, se desideri sapere il successo diffusamente, leggi gli atti di quella Sinodo: Qua solo diremo, che il buon Vescovo fù conosciuto nel Concilio Basiliense innocente, restando spurgato dall’accuse, che gli erano imposte, & cosi con publico giuditio fu sententiato.
Non passò però molto tempo, che fu la seconda volta preso, & custodito nel Castel di Spor, la dove anco (come vogliono alcuni) finì la vita sua col veneno, è portato poi nella Città fù sepolto nella sepoltura d’Alberto Ortemburgese, del quale dicessimo disopra. Sono altri che dicono, che doppò havere Federico spogliate le Chiese, facesse prendere Giorgio Vescovo nel Castello del buon Consiglio, & ivi lo sforzazze à cedere la publica amministratione del Prencipato, poi lo constringesse à partirsi dalla Città, lasciatovi solo un suo Vicario, in riguardo delle cose spirituali: quali cose il buon Vescovo, per essere in potestà del nemico, circondato da gente armata, tutto pieno di timore, fatto l’accordo, conforme più piaque al vincitore, stabilì con giuramento. Sono altri Auttori, la cui opinione ci riesce più probabile, quali vogliono se ne fugisse in Niklspurgh, Terra dell’Austria, ne’ confini della Moravia, & ivi trasportasse tutti gli ornamenti, & raggioni della Chiesa Trentina [Ornamienti de la Chiesa dal Cardin. Clesio recuperati] (quali poi Bernardo Clesio Vescovo di Trento, & Cardinale della Santa Romana Chiesa, come habbiam inteso ultimamente recuperò, & il tutto restituì alla sudetta Chiesa) poi rescrivesse dall’Austria, & renonciasse per lettere alle Capitolationi convenute, rivocando il giuramento fatto, & altre conventioni, protestando il tutto (come fatto per forza, & paura) essere nullo, & invalido. Avisando gli feudatarij in niun modo dovessero obedire all’Austriaco, & che esso s’haveva eletta la Sede sua Episcopale in quel Castello dell’Austria, il che anco dichiarò per lettere, & publici Monitorij per ivi esercitare col dovuto decoro l’autorità Episcopale. Accusò anco l’Arciduca appresso il Sommo Pontefice delli tanti pregiuditij, & offese fattegli, perilche furon destinati Commissarij, quali restituissero il Pontefice alla sua Chiesa.
Nel medemo tempo il Concilio Constantiense, essaminata la causa, determinò fosse reso al suo Vescovato il Prelato di Trento. A quali sentenze, & decreti non volse obedire l’Austriaco, ma continuando nella sua deliberata, & ostinata determinatione mai volse restituire la Città di Trento.