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100 | Delle Croniche di Trento |
esercitare l’inhumano, primiera la sua crudeltà contro due giovini Ecclesiastici, Camerieri del medemo Vescovo, quali parimente dall’Austria l’havevano accompagnato fino à Trento; commandò donque che fussero posti in ceppi, poi tormentati, condotti in publica Piazza; [Camerieri condannati ad esser decapitati.] finalmente (commiserando molti la lor disgratia ancorche niuno havesse ardire di biasmar tanta crudeltà, ne formar in sua difesa, in publico una minima parola) fossero secondo il costume della Patria con la spada decapitati. Le teste ancora calde, e che grondavano stille di sangue per maggiormente far pompa della sua crudeltà, fece portar in pregione, & presentare al Vescovo.
[Fiero spetacolo.] Dicono gli Annali che il buon Vescovo si spaventò, in vedendo nell’oscura Carcere cotanto mostruosa, e disusata barbarie, non puote fermar gli occhi in speracolo si crudele; pianse inconsolabilmente, concependo maggior mestitia, & dolore della ingiusta morte de suoi famigliari, che della propria calamità. Pur in se ritornato richiamati li smariti spiriti, soverchiato dal dolore, diede horribil, & lamentevol grido. [Il Vesc. accompagnato nel pianto.] Inaudita sceleratezza cosi proruppe. Dunque à favore della plebe in nello modo io, & gli miei amici siamo imposturati, & ridutti alli infami colpi del Carnefice. Non si ritrova dunque chi in tanti miei guai, & delli amici, ardischi scusare, & prendere la diffesa di me loro Prencipe, & Vescovo incolpato del falso? Dunque sarò constretto sfortunatamente finir la vita senza sentenza, e processi per mera malignità de miei vassalli? Mentre si faceva sentire il perfido Bellenzano con si inaudite spietatezze nel Trentino, & il povero Vescovo viveva in tante calamità, & miserie, ristretto in oscura Carcere, oltraggiato, & con horribili vituperij improverato; venne all’orecchie d’Henrico Rottuburgo, perfetto della Provincia, amico, & confederato del Vescovo, haver la Città di Trento conspirato, & fatta congiura contra il lor Prencipe, & Pastore, il Popolo haver ribellato, & il buon Prelato frà gli lamenti, & querelle dalla slealtà de suoi sudditi, legato essere dalla moltitudine per commandamento del Bellenzano stato posto in infame prigione, il tutto venir amministrato per consiglio del Bellenzano, la Città ambitiosa del dominare hauer distribuiti gli officij.
Intese tali cose il Prefetto, stimò cosa indegna l’abbandonare il buon Vescovo in tanto pericolo, lasciar passar senza severo castigo indegnità tanto detestabile, usata ad huomo, & Prelato di si fatta integrità. Senza abbadare, stimando propria la causa del