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Libro Quinto. 95


Così condussero gli perversi Cittadini il buon Vescovo, che in tal modo s’andava lamentando,in oscurissima Carcere, nella Torre rossa, altrimente detta Vanga, qual soprasta alla Porta Bressana, hora chiamata di San Lorenzo.

[Oratione di Belenzano al popolo.] Il Bellenzano, doppò il sacrileggio, convocò il popolo ad un publico raggionamento. Hora Trentini miei (disse) vi sete resi degni del nome de valorosi, havendo prima difesa la libertà poco avanti restituitaci dal Bavaro, poi di nuovo involata dal Vescovo Giorgio, qual furtivamente s’introdusse alla tiranide, l’havete di novo ricuperata con la vostra virtù, havendo fatto pregione l’istesso Vescovo, quello che ci impediva il non poter vivere come in Città libera conviene. Hoggi vi sete immortalati, havete dichiarato à tutte le nationi doversi havere in maggior stima la vostra gloria, & reputazione, che la superbia d’un huomo forastiere. Era cosa iniqua, ingiusta, & malvagia, che un Prete forastiere (coli quel temerario chiamava il Vescovo) havesse il governo della vostra Città, & quello, che non sapeva quello che si fossero le armi, ma giudicava cosa scelerata il combatere o commandare ad huomini belligeri. A noi s’appartiene governare la nostra Republica, conforme ci parerà meglio, in diffesa della quale, se lo commandarete, non recusarò mai espormi a qual si vogglia pericolo di guerre, non mi ritrarano dalla diffesa della Patria gli crudelissimi commandi de Vescovi, ne le loro servili contentioni. Queste mie richezze, quale hò havute da miei antenati, voi medemi destinate in servitio delle squadre, fuori, e del popolo entro la Città. Fate conto habbi ricevute queste ricchezze non à mio commodo, spaso, & passatempi, ma ad uso del publico, il che stimo habbiate per fermo. Di già havete più volte esperimentato l’animo mio, in effetti havete scoperto, che mai mancai all’utilità vostra, & della Republica. Sin hora forsi saran stati gli miei meriti più deboli di quello, che voi aspetavate, & io desideravo. Mi dichiaro, che quanto sarà determinato per conservatione della vostra reputatione, & libertà, sarà mio obligo esequire con ogni singolar accuratezza, & portando la necessità lasciarvi la propria vita frà l’armi de nemici, purche (dato bando dalla Città la pesante giogo de Vescoci) le cose vostre possan felicemente succedervi, & finalmente habbiate il commando doppò tanto tempo di servitù. E cosa più conforme la ragione il governare, che l’essere governato, il commandare, che il servire, il regere noi stessi, che l’essere retti da quelli, che vengono à noi giornalmente pelegrini da lontani paesi. Dite valoro-