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88 | Delle Croniche di Trento |
Quindi per la tua incorrota fede, per la tua virtù, & possanza avezza al mortificar gli tuoi nemici, & altrui tirani. Di novo ti scongiuriamo, che tu vogli à noi mostrarci tale, quale ti suppose le nostra fiducia, diffendi le raggioni della nostra Città, moveti à pietà delle nostre miserie, essendo la pietà cosa tanto humana. Mentre ancor v’è tempo reprimi l’arroganza del Bavaro. Considera cosa ti può succedere se ci rimandi senza il tuo aiuto. Sentirai in breve essere le porte della tua Città abbatute con Canoni, si che hai d’haver l’occhio non solo all’interesse delli Austriaci, ma anco delli Trentini, che ne vengono in consequenza.
Ascoltati ch’hebbe l’Arciduca gli Ambasciatori de’ suoi confederati, da quali furno con dotto discorso esposti gli travagli della lor Patria.
Comiserando l’Austriaco cosi aversa sorte de Trentini, giudicò non dover per modo alcuno in tanta lor oppressione, & necessità abbandonargli. Giurò, & chiamò Dio in testimonio di perseguitare sempre à suo potere con armi il Bavaro, d’usurparsi altri paesi troppo avido, & insatiabile, sin tanto ch’havesse restituiti gli Trentini in libertà, sino che fosse senza offesa, & danno uscito dalli confini loro. [Austriano li promette aiuti.] Soggionse non voler giamai comportate, che ne esso, ne alcun altro havesse governato, fuori che i Vescovi. Dunque il generoso, reprimendo loro le lacrime, & le querele, commandò, dassero fine una volta al pianto, & lamenti, & stassero di buona voglia, diede instruttione quanto conveniva alli Austriaci, & Trentini, cioè che ogni forte giovine, ogni robusto guerriero, tanto di quella, come di questa natione s’armasse contra Lodovico Duca Bavaro, che ardì tentar senza causa cose nemichevoli contra gli Trentini.
[Ambasciata di Austriano al Re di Baviera.] Vuole prima però spiare l’animo del Duca, e la di lui volontà in desistere da tal tirania, avanti di temerariamente mover l’armi contro quello. Mandogli subito Ambasciatori, acciò à suo nome, con esso lui trattassero, qualmente non havendo ricevuta alcuna offesa da Trentini suoi confederati, più non gli tenesse oppressi. Che sempre essendo sforzato, gli haverebbe difesi con l’armi in mano, essere però cosa più considerata, & lodevole star lontani, potendo senza pregiuditio dalle guerre, & riconoscere le forze Austriache, meglio con la pace, che con la battaglia, che sempre lo terrà per amico mentre anch’esso corrispondi al suo desiderio di lasciar libero il paese Trentino, di restituire la libertà a Paesani.