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Libro Quarto. 81

gobardi, qual presso Vercelli fù superato in battaglia da Carlo il Magno, & privato del Regno. Il sudetto Grimoaldo, fù dotato di molte, & heroiche qualità corporali, come dell’anima, qual essendo chiamato dal figliolo Rhumoldo, Duca di Benevento in aiuto contra l’Imperatore Constantio, lasciò la cura del Regno à [Lupo Duca de Furlani] Lupo Duca del Friolo. Questo non corrispondendo al favore del Re con ingani sollicitò alla ribellione la Toscana, la Marca, & tutta l’Italia di là dal Pò, & messe tutto in tumulto, sforzandosi con tali stratageme occupare, & usurparsi il Regno.

Perilche Grimoaldo mandò buon Esercito de Bavari, sotto la condotta di Cacanno contra Luppo, col quale hebbe giornata, nella prima Zuffa. Luppo fù vittorioso: il giorno seguente attacandosi novamente con più crudel, & sanguinosa battaglia, d’ambe le parti, s’incontrarono con maggior coraggio, & valore, & quanto più ostinatamenre si spingevano, tanto cresceva il numero de feriti, finalmente volse Dio, testimonio dalle amicitie, & parti, & vendicatore delle iniquità humane dare la vittoria à Longobarbi, superorno Luppo, gli levarono la testa, & s’impadronirono del suo stato dandolo tutto à sacco, ma per non scostarsi molto dal principal instituto ritornaremo alla nostra Historia.

[Menihardo Ves. 86.] Morto il Vescovo Toscano fù assunto al Vescovato Menihardo Nevuaus, overo di Casa nova (ancorche tali nomi non piaciano, bisogna ad ogni modo abbracciargli in questa nostra opera) era di natione Boemo, huomo di gran preggio, uno de primi di quel Regno, quali chiamano Baroni. Narrano l’Historie, questo non essere pervenuto al possesso del Vescovato, ma vissutto assente dalla sua Chiesa, la causa di ciò non si sà. Forse per essere eletto contra il gusto de Trentini, perilche sarebbe stato difficil il reggere, havendo contrarij nel governo gli sudditi, ò pure per l’odio (il che hà più del verisimile) che teneva alla tiranide di Lodovico Bavaro, la cui troppo licentiosa libertà havrebbe dovuto obedire, quando havesse voluto venire à Trento. [Alberto 2. Vesc. 87.] Morto il Boemo fù eletto Alberto secondo Ortemburgese di Carintia (Una Mitra insigne, governa con prudenza grande la Chiesa) Quelli che registrarono la sua vita, e operationi, scrivono esser stato uno de Conti d’Oeleggia, & Ortemburg, grandi non tanto per il valore, & destrezza di maneggiare negotij d’importanza, come anco perla antica prosapia della lor famiglia. Le Città tutta, avanti l’eletione di questo Prencipe si diede à publiche, & private orationi, acciò riuscisce in bene, & con buon augurio quanto dalli Reveren-