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d’investitura della chiesa di Kirchenthor, nella diocesi di Frisinga, data dal vescovo nostro ad Ulrico abbate del monastero Rottense, coll’obbligo dell’ufficiatura e con tutti gli emolumenti ad essa spettanti1; di un laudo o sentenza a favore del vescovo di Trento e contro Guglielmo di Velthurns sulla proprietà dell’ospitale di Ritten2; di vendita fatta da Vezilo ed Ulrico di Caldonazzo al vescovo nostro, per 125 lire veronesi, di tutte le loro ragioni e proventi sul dosso di Costa Cartura in Folgaria; vendita confermata, per parte loro, anche dalle Comunità di Bosentino e di Mugazzone3; di livello o d’annua contribuzione promessa da Gualberto di Tajo al rettore della chiesa di San Romedio, per certa pezza di terra di ragione di quell’oratorio4.
Nel 1216, il vescovo Federico si recò un’altra volta in Germania presso la corte imperiale, per assistere alla Dieta di Norimberga.
Nel suddetto anno spedì a Federico, a Jacopino e ad Ottolino di Civezzano la rinnovazione dell’investitura feudale del castello del Bosco, cogli stessi patti, coi quali fu dato in feudo dal vescovo Alberto nel 1187 al loro padre, Pietro di Civezzano5. Ai 7 di marzo dello Stesso anno, per ordine di Federico, fu fatta la