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suddetto Odorico nel mese di ottobre, altra gliene accordò nel dicembre 1200 sulla muta ο dazio di Torbole e Riva1.
Ai 26 di febbrajo del 1200, Corrado fece acquisto per libbre cento di moneta veronese da Grogno di Solagna di un livello d’urne venti annue di vino di Folzaga, da rimettersi al gastaldo vescovile di Malè2; e nel detto giorno ed anno diede licenza ad Arighetto dal Bosco di fabbricare sopra un suo allodio in Barbaniga una casa murata, non però sulla strada che porta a Pergine ο al Monte minerale; investendonelo a titolo di feudo, col solito patto del jus aperturæ3.
Nel 1201, i fratelli Geremia ed Alberto di Caldonazzo costituirono un feudo oblato alla Chiesa di Trento del loro allodiale, coll’obbligo di fabbricarvi un castello. Il vescovo Corrado lo accettò a condizione, che il detto castello in tempo di guerra si aprisse a lui ed a’ suoi successori; e loro ne mandò la investitura feudale; promettendo a sua volta di proteggerli da ogni briga che a loro potesse moversi per causa dell’erezione di quel castello4.
Li 6 maggio 1201 il vescovo Corrado investiva pure gli uomini soggetti alla giurisdizione del castello di Pratalia e gli abitanti di Lenzima dei diritti di noleggio ad ambe le rive dell’Adige presso Sacco5.
- ↑ Ambrogio Franco, Storia di Casa d’Arco, MSS. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 239.
- ↑ Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 156. Cod. Wangh., pag. 467.
- ↑ Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 193.
- ↑ Cod. Wangh., pag. 144.
- ↑ Codice Wanghiano, pag. 146.