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In questo anno investì pure i fratelli Odorico Rufo, Enrico e Federico di Pozzale, e Marquardo e Artovico di Tizino, ora Tisens, di un dosso giacente in quella pieve, di sopra a Nals, nominato Casazzo, con facoltà di erigervi un castello, una torre od altri fortilizii; a patto però, che in perpetuo dovessero essere aperti alla Chiesa di Trento contro chiunque, eccettuatine solamente i conti di Macinata (i conti di Eppan); contro dei quali se il vescovo fosse in guerra, i suddetti investiti possano bensì abbracciare il loro partito, ma non offendere il Vescovato, usando del loro castello 1.

Gli undici di agosto del medesimo anno 1194, il vescovo Corrado consacrò solennemente la chiesa di S. Tommaso, che giace tra Riva ed Arco, fondata e dotata, coll’ospizio dei poveri ad essa unito, dal conte Odorico d’Arco, cui il nostro vescovo nel giorno suddetto investiva di quell’ospizio e dell’uso dell’acqua che per esso passava, onde fabbricarvi un molino; accordandogli, oltreciò, il diritto di copulare, di pascolare, di boscare, di macerare nelle pievi di Arco, di Riva, di Tenno e di Nago, coll’esenzione da ogni peso in quelle pievi e loro attinenze, e col juspatronato nella nomina del priore di esso ospitale di volta in volta, da essere in seguito confermato dall’ordinario, e con molte altre prerogative 2. Siccome col tratto del tempo cotesta pia fondazione a tutt’altro serviva che a ricoverare ed alimentare i poveri infermi, fu commutata

  1. Cod. Wanghiano, pag. 124.
  2. Cod. Wangh., pag. 126; e Bonelli, op. cit., pag. 500.