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volta di Roma, il vescovo Corrado, obbligato, come principe del Sacro Impero Romano, a farlo accompagnare, prescrisse la formazione dei drappelli (columelli, colonnelli) destinati alla spedizione, che furono cinque1.

Nell'anno medesimo il provvido prelato pubblicò uno statuto pei comuni di Bolgiano e di Keller, propostogli dai giurati di quei due luoghi; nel quale era prescritto il metodo da tenersi nella segagione, nel taglio dei boschi e intorno alle strade dei detti comuni, colle pene comminate ai trasgressori; due terzi delle quali dovrebbonsi al Fisco vescovile e l'altro terzo al Conte del Tirolo2. Nel medesimo anno 1190, collo sborso di 135 libbre di moneta veronese redense un piccolo feudo dalle mani di Corradino di Ora e di Federico Zop di Castelfondo, a pro' della Camera vescovile3.

Nel 1191, a fine di deprimere l'arroganza dei più potenti cittadini e vassalli, che ergevano delle torri, ο per sottrarsi ai meritati castighi ο per tentare perniciose rivolte nello stato e usurpare i diritti del Principato, il nostro prelato ottenne dall'imperatore Enrico VI un decreto, con cui si vietano le società e le congiure e il fabbricare torri in città e in tutto il territorio trentino, senza licenza del vescovo, al quale è data facoltà di far demolire le già esistenti4. In questo stesso anno, il nostro vescovo comandò che fosse

  1. Codice Wanghiano, pag. 102.
  2. Cod. Wangh., pag. 100.
  3. Cod. Wangh., pag. 98.
  4. Cod. Wangh. e Biblioteca Trentina, dispensa II. Bonelli, Monum. Eccl. Trid., pag. 38.